Venerdì la direzione nazionale di Scelta Civica dovrà decidere quali alleanze fare in vista delle prossime elezioni e si dovrà decidere il posizionamento politico e culturale di un piccolo partito che ha svolto un ruolo importante nella attuale legislatura. Un appuntamento a cui guarda con particolare attenzione Giovanni D’Avenia, segretario provinciale di Salerno che ritiene indispensabile proseguire il cammino già intrapreso e che prevede un sostegno alla coalizione di centrosinistra «Rispetto alle alleanze, che rappresentano non una semplice somma di sigle, ma la condivisione di un comune orizzonte di valori culturali, mi sento di condividere la posizione assunta da Ernesto Auci, entrato da pochi mesi nelle file di Scelta Civica – afferma D’Avenia -. Condivido l’ipotesi di dare vita a una lista europeista e di ispirazione riformista-liberale».
Una strada che, secondo il coordinatore provinciale salernitano, rende impossibile un dialogo con l’attuale centrodestra. «Viene da sé che una scelta di questo tipo esclude una alleanza con i sovranisti della Lega e di Fratelli d’Italia ed anche con Berlusconi – prosegue D’Avenia -. Rende, invece, possibile il dialogo con il Pd rispetto al quale si può formare una sponda liberale e riformista nel solco di una coalizione di centro sinistra, soprattutto se la sinistra più radicale, come sembra, andrà da sola».
Un modello già sperimentato in Campania in occasione delle precedenti tornare elettorali. «La Campania, peraltro, rappresenta una esperienza positiva in questo senso, dal momento che ci vede impegnati a sostegno del Presidente De Luca e alla sua azione di sviluppo e di crescita della nostra regione – ancora D’Avenia -. Trovo sia impraticabile la strada verso destra, andrebbe a snaturare la nostra identità politica, la nostra ispirazione liberale ed europeista che è incompatibile con una alleanza in cui ci sia la Lega. Gli estremismi di oggi, sovranismi e populismi, – conclude il segretario provinciale – sono il nemico da combattere per scongiurare il rischio che possano fare dell’Italia un Paese senza credibilità ed inaffidabile anche nell’ottica delle politiche europee».