laviano terremoto

di FILIPPO NOTARI

Trentasette anni fa, quando la terra iniziò a tremare, la sua strada e quella della comunità di Laviano non s’erano ancora incrociate. Ma, a furia di ascoltare i racconti della sua gente, è come se il sindaco Oscar Imbriaco fosse stato lì durante quei tragici momenti. D’altronde non potrebbe essere diversamente per chi, nella vita, prima che sindaco è un geologo di professione.

Scontato dire che nel piccolo comune dell’Alta Valle del Sele il 23 novembre non sia una data qualunque. «Qui ogni famiglia perse almeno uno dei suoi cari», spiega il sindaco Imbriaco, da 24 anni residente a Laviano e dal 2013 primo cittadino. «Ci furono 303 morti, il paese fu distrutto per il 98%. Può ben capire cosa significava per la popolazione vivere questa situazione. Nei giorni immediatamente successivi alla scossa, tra l’altro, si registrarono anche problemi igienico-sanitari. Con l’arrivo delle prime piogge, le persone erano accampate e rischiavano di “marcire” nei loro abiti».

Una tragedia che a distanza di 37 anni rappresenta una ferita ancora aperta nei cuori dei cittadini di Laviano. «La ricostruzione è stata completata al 97% – prosegue il sindaco Imbriaco -. Non ci sono persone che abitano nelle case post-terremoto, c’è solo qualche seconda casa da ricostruire e alcune urbanizzazioni non ultimate». Anche qui, come in altri comuni colpiti dal terremoto del 1980, il problema è legato alla mancanza di fondi. «Le risorse messe a disposizione dalla 219 sono terminate – prosegue il primo cittadino -. Siamo in attesa di avere qualche piccolo rimpinguo da parte della Regione, ma attendiamo che venga fatta una legge che ci consenta di utilizzare questi fondi».

La fase della ricostruzione, in ogni caso, seppur lenta, dovrebbe aver consentito di mettere in sicurezza gli edifici della provincia di Salerno. «Le case, anche qui a Laviano, dovrebbero essere più sicure», ammette il primo cittadino che, tuttavia, da geologo, analizza in modo razionale la situazione. «La nostra è una zona sismica – spiega Imbriaco -, quindi è possibile che in quest’area possa ripetersi un terremoto. Naturalmente è impossibile prevedere l’entità e l’anno in qui ciò potrebbe avvenire».

Oggi, però, a Laviano ci sarà spazio soltanto per il ricordo. Alle 15, all’interno del cimitero comunale, sarà celebrata una Messa in suffragio delle vittime del sisma del 1980. Alle 17, poi, è in programma un incontro – voluto e organizzato dall’avvocato Michele Cuozzo – con il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri che si confronterà i sindaci del territorio. A seguire sarà deposta una corona dinanzi al monumento dei caduti. «Sarà l’occasione – conclude il sindaco di Laviano – per sollecitare le autorità nazionali a legiferare in modo che si possa ultimare definitivamente la ricostruzione». Mettendo fine a una delle pagine più tragiche della provincia di Salerno.

 

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