di DARIO CIOFFI
Cittadella era un tabù. Da sempre. E s’è confermato tale. Il Tombolato non è uno stadio “caldo”, anzi, lì il pubblico tifa intonando «Citta-Citta» un po’ come alle feste di compleanno gli invitati scandiscono «bacio-bacio» al momento della torta (quando il festeggiato posa per la foto con la fidanzata per il rossore dei genitori), eppure la Salernitana non ci ha mai vinto. Neanche sabato scorso, sotto un cielo scuro e piovoso ch’è stato metafora impietosa d’una squadra spenta, svuotata, stanca, forse più mentalmente che fisicamente. Un pomeriggio grigio, com’è stato, a conti fatti, il mese di novembre che se ne va in archivio lasciando al cavalluccio marino solo tre punti, figli d’altrettanti pareggi, nelle ultime quattro partite. Nessuna vittoria. Tempo, insomma, di flessione e riflessione.
Sia chiaro, ribaltare tutti i giudizi, che fino a tre giorni fa erano positivi e a tratti entusiastici, trasformandoli d’improvviso in negativi e pessimistici, sarebbe forzatura eccessiva e strumentale. Ché la serie di 12 gare senza sconfitte resta, come una classifica che oggi, dopo qualche settimana nel gotha, racconta sì d’una Salernitana ai margini della zona playoff (d’appena un punto), ma rimane cortissima e soprattutto assai più interessante rispetto a quel che all’ippocampo aveva riservato il precedente biennio di serie B. E allora a Bollini tocca analizzare, correggere e ripartire. Perché il campionato dà spazio, margini per provarci. Anche dopo un ciclo negativo che ha smorzato un po’ d’euforia e intaccato qualche certezza.
I granata hanno tanti, troppi infortunati da recuperare per dare respiro a chi inizia ad accusare l’affanno e l’appannamento. Hanno errori cronici da registrare (cross sul secondo palo, da palla inattiva, e gol degli avversari, praticamente un’ossessione in questa stagione). Hanno una solidità difensiva da ritrovare (23 reti subite, di cui 8 nell’ultimo mese). Però hanno pure la consapevolezza d’aver retto a testa alta il peso d’un’emergenza sfiancante, d’aver fin qui steccato una partita soltanto, proprio quella di sabato scorso in Veneto, e d’esser ancora, con due sconfitte, una delle squadre meno battute del campionato. Insomma, da Brescia in avanti ci sarà da riannodare i fili del discorso, senza cadere nell’errore degli sbalzi d’umore. In questa serie B che “aspetta” sarebbe peccato gravissimo ricredersi e pensare che la Salernitana, quella vista prima di Cittadella, non possa (re)stare lassù…