Una cerimonia sobria e solenne. Per un momento storico per la Chiesa, per Salerno e per i fedeli della città. Un frammento del cuoio capelluto di Karol Wojtyla, al secolo Papa Giovanni Paolo II, sarà custodito, per sempre, nella Cattedrale di San Matteo. Resterà lì, quella reliquia, nella Cappella dei crociati del Duomo di Salerno, dove riposa un altro grande Pontefice, San Gregorio VII. La celebrazione è stata preceduta dagli aneddoti di alcuni importanti testimoni del lungo pontificato del Papa polacco.

L’arcivescovo della Diocesi salernitana, monsignor Luigi Moretti, ha ricordato: «La mia vita di sacerdote e vescovo si è collocata nel pontificato di Giovanni Paolo II – le parole riportate sul quotidiano “Il Mattino” -. La prima volta che incontrò noi sacerdoti, l’impatto fu straordinario. Per i sacerdoti di Roma c’era già allora l’usanza di incontrare il Papa una volta all’anno. Nell’aula magna di San Giovanni in Laterano, esordì dicendo: io sono qui per ascoltarvi. Il 7 gennaio 2005, poi, ebbi da lui la notizia della morte di mia madre. Il primo ad aver pregato per lei fu proprio lui e, come accade spesso in Vaticano, lo vennero a sapere tutti e cominciarono anche gli altri a pregare. Credo che mia madre sia entrata in Paradiso accompagnata dalle preghiere di una schiera di persone».

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