Bollini Salernitana

di STEFANO MASUCCI

Aziendalista sì, ma con la propria testa. Alberto Bollini ha sempre difeso le sue idee a spada tratta, spesso anche andando in contrasto con dirigenza e proprietà. Non è un mistero, infatti, che il tecnico di Poggio Rusco durante la sua esperienza all’ombra dell’Arechi abbia avuto più di qualche frizione con il co-patron Claudio Lotito (che l’aveva portato in prima persona a Salerno) e con il ds Fabiani, con il quale l’amore non è mai scoccato.

L’inizio della fine

La conferenza stampa pre-partita con il Venezia, all’alba del nuovo campionato, ne è un fulgido esempio. Bollini palesa alcuni dubbi sulla rosa, specie sul reparto offensivo «composto dagli esordienti Rossi e Bocalon», parla di ridimensionamento del progetto, fissa nella salvezza l’obiettivo richiestogli dalla società, non lesina stoccate anche al settore giovanile, dal quale per sua stessa ammissione, non può attingere in caso di emergenza. Parole mal digerite ai piani, alti, e le stoccate di risposta non mancheranno. Fabiani, infatti, in sede di mercato, dopo aver puntellato la rosa con gli innesti di Di Roberto, Rodriguez e Kiyine, (lo svincolato Rizzo arriverà in seguito), risponderà secco. “Decida se fare l’allenatore o l’opinionista“. Anche i patron Lotito e Mezzaroma smentiranno le dichiarazioni del trainer, parlando al netto di alcune cessioni eccellenti (su tutte quella di Massimo Coda), di una rosa in grado di raggiungere i playoff. E quella resterà di fatto l’unica conferenza pre-partita di Alberto Bollini nella stagione in corso.

Il primo ko

Anche la sconfitta di Carpi, la prima in campionato dopo i due pareggi contro Venezia e Ternana, segnerà un’altra crepa profonda nel rapporto tra tecnico e quadri dirigenziali. Il mancato arrivo del primo successo in cadetteria, farà infuriare Angelo Fabiani, che dopo il ko del Cabassi andrà ancora giù pesante nelle dichiarazioni. «Sono un osservatore attento e faccio le mie valutazioni. Non guardo in faccia a nessuno e non amo fallire, se con il Pescara non ci sarà un’inversione di tendenza sarò pronto a prendere i provvedimenti del caso – il duro sfogo del direttore sportivo dei granata, che non esiterà a rincarare la dose nei confronti del tecnico mantovano-. Oggi abbiamo preso in giro 500 tifosi. L’allenatore deve fare l’allenatore, tutti devono assumersi le rispettive responsabilità. Domani sentirò i presidenti, sono pronto ad agire per il bene della Salernitana».

Questione campi

Anche la situazione infrastrutturale, atavico problema della Salernitana da anni a questa parte, ha giocato il suo ruolo. I tanti infortuni che hanno falcidiato l’organico sono spesso stati attribuiti ai diversi fondi utilizzati nel corso degli allenamenti, (il passaggio dal Volpe al Mary Rosy), così come le dimensioni dei campi, alibi utilizzato da Bollini sui tanti gol presi da calcio piazzato. Non per ultima, l’umana insofferenza nel potersi allenare nel proprio stadio solo con il contagocce (specie nel corso della passata stagione) e la difficoltà a prendere le misure e familiarizzare con le dimensioni del campo da gioco dell’Arechi.

La vicenda Zito

Ad acuire ulteriormente il doppio ko consecutivo con Cittadella e Brescia, l’esclusione dalla lista dei convocati per la sfida alla Leonessa di Antonio Zito. Fabiani parlò di scelta tecnica del mister, che nell’immediato post partita cambiò, invece, la versione fornita dal dirigente romano, attribuendo la scelta dell’esclusione alla dirigenza che di fatto aveva messo sul mercato l’esterno ex Avellino. I dodici risultati consecutivi, il cuore di una squadra che ha sempre seguito il proprio tecnico recuperando spesso partite virtualmente perse, l’impresa del Partenio (che è già storia all’ombra dell’Arechi), rischiano di diventare così solo pretesti per ritardare un divorzio che forse era nell’aria già da molto tempo.

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