L’obiettivo del protocollo d’intesa siglato oggi a Napoli è migliorare la distribuzione dei migranti sul territorio campano e agevolarne il processo d’integrazione. Un impegno ribadito dinanzi a 265 sindaci della Campania dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, presente nella sala dei Baroni del Maschio Angioino di Napoli.
Scelta che ha generato non pochi malumori politici, a cominciare da Noi con Salvini che ha manifestato all’esterno dello storico castello medievale partenopeo. «Il protocollo deve essere immediatamente bloccato – l’affondo dei salviniani -. È inaccettabile che si destinino 30 milioni di euro all’accoglienza di 2000 immigrati per la sola città di Napoli e di altri 5-7mila in tutta la regione Campania, suddivisi tra almeno 230 comuni».
Proteste che non hanno intaccato la firma del protocollo che prevede anche l’impego sperimentale di alcuni migranti nei servizi sociali e in alcune realtà turistiche quali gli Scavi di Pompei e la Reggia di Caserta. Minniti, inoltre, dinanzi alla platea dei sindaci ha ribadito l’importanza da parte dei comuni di accogliere per «superare già nei prossimi mesi tutti i grandi centri di accoglienza». Strutture che, seppur gestite nel migliore dei modi, secondo il ministro dell’Interno «non producono integrazione».
Un pensiero condiviso anche dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris che, nel ribadire che «accogliere è un dovere etico, morale, religioso e giudiziario», ha ammesso che bisogna «progressivamente andare verso l’eliminazione dei Centri di accoglienza in favore degli Sprar che coniugano accoglienza, integrazione e lavoro».
La Campania, tra l’altro, in questi anni ha già fatto la sua parte in materia di accoglienza. «Abbiamo 402 Cas e 79 Sprar», ha spiegato il prefetto di Napoli, Carmela Pagano, ammettendo che «la logica che ci guida è di trasformare l’accoglienza straordinaria in ordinaria».
Tra i 265 sindaci presenti c’era anche il primo cittadino di Salerno, Enzo Napoli che ha rivendicato il ruolo svolto dalla città d’Arechi in questi anni. «Sul nostro porto – ha ricordato Napoli – avvengono gli sbarchi e la macchina messa in moto funziona e riduce al minimo la permanenza sulla banchina ma bisogna fare in modo che ci sia una sicurezza percepita».