di DARIO CIOFFI
Il centrocampo è “corto”, dice Colantuono dopo il 90esimo. E il respiro pure. Perché la Salernitana è questa, così resterà fino al tramonto della stagione, e soffre delle sue carenze. Le solite. Roba d’un girone fa. Il mercato di gennaio era l’occasione per colmarle. Non è stata presa. Per oggettivo impedimento o per precisa scelta piovuta dall’alto, in fondo, resta mero dettaglio. Quel che conta è che ieri, dopo l’uscita per infortunio di Odejr (dato per partente fino a qualche giorno prima), s’è dovuto “inventare” centrocampista centrale Zito (potenziale partente a sua volta, e però ormai da un po’ titolare inamovibile), perché in quel ruolo in panchina c’era solo Della Rocca (sicuro partente per un mese, ma alla fine rimasto e “ripescato” anche se l’ultima volta s’è visto in campo a settembre).
Il risultato governa tutto, e non può bastare né consolare la prestazione generosa, la certezza di non meritare il ko o la rabbia per l’atteggiamento pragmatico d’un Carpi che s’è saputo difendere per poi far male con il 100% di concretezza al tiro. Sono i numeri che contano e “cantano”, e nella gestione Colantuono finiscono quasi per diventar più stonati rispetto a quelli dell’esonerato Bollini. Lotito e Mezzaroma ieri non c’erano. Ai suoi mille impegni, adesso, il “magno” Claudio ha aggiunto la campagna elettorale per le Politiche. Salerno spera che, oltre ai voti, pensi pure ai punti persi dai granata.
(foto Carlo Giacomazza)