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di FILIPPO NOTARI

Chi urla ha sempre torto. Sarebbe il caso di ricordarlo a Claudio Lotito, ancor di più ora che la classifica della Salernitana fa davvero venire i brividi (i granata hanno due punti di vantaggio sulla zona play-out). E anche i numeri avvalorano questa tesi. Il co-patron granata, con il consueto “stile”, ha alzato i toni del dibattito (clicca qui per leggere l’articolo). Proprio come si fa negli ultimi giorni di campagna elettorale per replicare alle accuse degli avversari e provare a convincere gli indecisi.

Ma il calcio è altra cosa, si basa su numeri e risultati. Ed entrambi, da qualche tempo a questa parte, dicono che qualcosa – e forse anche più – è stato sbagliato in casa Salernitana. Non fosse altro che, nel giro di qualche mese, i brividi di gioia vissuti grazie a quei dodici risultati utili consecutivi che avevano portato i granata a ridosso dei play-off, si sono trasformati in fantasmi del passato di cui proprio non si avvertiva nostalgia all’ombra del castello d’Arechi.

Dopo l’avvicendamento in panchina qualcosa si è inceppato negli ingranaggi di quella “macchina” che proprietà e dirigenza ritenevano incapace di correre più veloce per via di un pilota sbagliato. Ma il cambio, numeri alla mano, ha prodotto effetti devastanti: nelle 9 partite della gestione Colantuono, la Salernitana ha collezionato 2 vittorie, 2 pareggi e 5 sconfitte, subendo 16 gol e segnandone la metà. Una media da retrocessione che ha fatto piombare i granata a due passi dalla zona play-out. Addebitare tutte le responsabilità al cambio di allenatore, però, sarebbe ingiusto, oltre che poco onesto intellettualmente. Ancor di più perché la proprietà, con il ribaltone in panchina, aveva chiaramente l’intenzione di puntare più in alto di quanto si era fatto fino a quel punto.

Per farlo, però, si sarebbe dovuto programmare e investire di più sulla “macchina”, mettendo a disposizione del tecnico degli elementi in grado di farla davvero correre spedita. E, invece, si è preferito operare sul mercato con le marce basse (quattro acquisti e sette cessioni). Un errore – questo sì – grave e che, probabilmente, ha segnato il destino della stagione della Salernitana, ora chiamata a risollevarsi in fretta per conquistare la salvezza ed evitare di restare invischiata nella lotta play-out. Serviranno testa, gambe e cuore. Non diatribe e tensioni. Né quelle “urla” che sanno tanto di errori.

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