di DARIO CIOFFI

Ehi, voi due! Che ci fate lì, seduti in Tribuna e avvolti in quegli sciarponi, sotto quei cappelli? Il calcio al tempo dei social è un viaggio nella memoria e la “fermata” d’un selfie che ritrae Claudio Grimaudo e Ciccio Tudisco nella notte gelida dell’Arechi di lunedì scorso, spettatori di Salernitana-Parma, è una pugnalata al cuore di chi in quei siciliani “adottati” dalla città di San Matteo rivede i migliori anni della storia recente granata.

Vinsero (insieme) un campionato di C1, sfiorarono la serie A, rischiarono pure di retrocedere dalla B, e però lottavano, correvano, ringhiavano, uscivano dal campo con quelle magliette che puzzavano di sudore da far schifo, o forse profumavano d’orgoglio, attaccamento, identità che faceva di loro un tutt’uno con la gente che li incitava. A vent’anni e più di distanza, chissà cosa avranno pensato «il 2» e «l’8» di quella belle époque nel vedere la Salernitana perdere senza neanche provare l’ultimo assalto. Perché non c’è (più) un “cavallo pazzo” Grimaudo sulla fascia a spingere come un forsennato, perché manca (e tanto) un Tudisco che si butti dentro per cercare la stoccata, perché quel sacro fuoco non arde da un pezzo, spento dal gelo che avvolge il presente granata.

Perfino Claudio e Ciccio, ora che non son più ragazzini, si sono coperti…

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