piero de luca renzi

Il Partito Democratico di Salerno prova a vedere il bicchiere mezzo pieno. «In città e in provincia siamo sopra la media nazionale», evidenziava ieri pomeriggio Piero De Luca nel corso della conferenza (monologo) convocata per analizzare il risultato delle recenti elezioni Politiche. Una magrissima consolazione che non basta per cambiare l’esito della debacle incassata dai deluchiani in quello che veniva considerato da tutti uno degli ultimi feudi inespugnabili della politica italiana. Nemmeno i più ottimisti, infatti, alla vigilia del voto avrebbero mai immaginato che il Pd sarebbe uscito sconfitto anche a Salerno e Agropoli, lì dove Matteo Renzi aveva puntato con forza su Piero De Luca e Franco Alfieri per provare a contrastare l’ondata grillina e portare a casa almeno qualche collegio uninominale. Ma in entrambi i casi il Partito Democratico ha incassato una sonora sconfitta, piazzandosi terzo alle spalle del Movimento 5 Stelle e del centrodestra.

«Un risultato perfettamente conforme al trend nazionale», si dirà per provare a ridimensionare l’eco di una sconfitta che ha avuto risonanza in tutta Italia. L’impressione, però, è che qualcosa si sia rotto negli ingranaggi – un tempo ben oleati – della macchina elettorale del Pd salernitano. Un dubbio ch’era già emerso in occasione del Referendum costituzionale e che s’era in parte (ri)materializzato durante la tornata per eleggere i consiglieri provinciali. Per non parlare, poi, dei tanti mal di pancia che, ormai da tempo, accompagnano l’attività amministrativa al Comune di Salerno. Segnali di debolezza che mai s’erano percepiti all’ombra del castello d’Arechi e per i quali quali, dopo l’ennesima batosta, si dovrà cercare un rimedio.

Anche perché le ultime Politiche hanno definitivamente incoronato il Movimento 5 Stelle primo partito della nazione. E l’affermazione di Nicola Provenza a Salerno è il primo tassello su cui i grillini proveranno a costruire il progetto per le comunali nel capoluogo di provincia (in programma nel 2021). Ma nel mirino dei pentastellati c’è anche la prossima tornata elettorale per le amministrative (diversi comuni del Salernitano andranno al voto), nella quale, partendo dalle percentuali bulgare conquistate lo scorso 4 marzo, proveranno a piazzare qualche bandierina. Fin qui, infatti, il gran limite dei 5 Stelle è stato proprio quello di non esser riusciti a confermare a livello locale i consensi ottenuti sul piano nazionale.

Ma le recenti elezioni Politiche hanno evidenziato un altro dato particolarmente significativo. La sconfitta del Partito Democratico in provincia di Salerno, infatti, è dipesa anche dal grande risultato conquistato dalla coalizione di centrodestra, unica forza in grado di contrastare l’ondata grillina sul proprio territorio. Forza Italia, secondo partito della provincia, si è attestato su percentuali importanti (18,80%), tra le più alte conquistate dagli azzurri a livello nazionale. Un dato significativo, rafforzato dall’affermazione della Lega, che si è attestata al 5,61% e diventando, nonostante la crescita di Fratelli d’Italia, il secondo partito della coalizione nel Salernitano.

Può sorridere anche Liberi e Uguali che, all’esordio, riesce a eleggere Federico Conte alla Camera dei Deputati. Una soddisfazione doppia per il figlio dell’ex ministro che tre anni fa era rimasto fuori per una manciata di voti dal Consiglio regionale della Campania. Una gioia che sa di beffa per il Pd, sconfitto su tutta la linea in provincia di Salerno. Basti pensare che, oltre a Piero De Luca (eletto nel collegio proporzionale di Caserta), gli unici rappresentanti del territorio in Parlamento saranno Marco Minniti (Camera) e Gianni Pittella (Senato). Poca roba per un feudo. Che ora inizia davvero a scricchiolare.

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