«La provincia di Salerno è diventata un crocevia per questo mercato spregiudicato». E’ l’allarme lanciato da Luigi Cannavale, procuratore aggiunto del tribunale di Salerno, nel corso della conferenza stampa tenuta questa mattina a Roma per dettagliare l’operazione dei carabinieri del Reparto Operativo del Comando Tutela Patrimonio Culturale che, in seguito a un decreto di perquisizione emesso dalla Procura salernitana, hanno recuperato in Costiera Amalfitana ben 37 opere d’arte rubate, dal valore quasi inestimabile, databili fra il XVI e il XX secolo, destinate al mercato clandestino (clicca qui per i dettagli).

Fra le opere trovate dal nucleo speciale dei militari dell’Arma anche cinque pale d’altare trafugate in una chiesa a L’Aquila e un dipinto attribuito a Guido Reni: un patrimonio culturale incredibile che ha portato all’inchiesta – iniziata lo scorso mese di settembre – che ha permesso di identificare ricettatori e collezionisti senza scrupoli. Cannavale, dopo la presentazione del generale dei carabinieri Fabrizio Parrulli, ha sottolineato «l’orgoglio di rappresentare la Procura della Repubblica di Salerno e i suoi rapporti con Mibact e carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale. Il lavoro di squadra sta dando risultati sempre più importanti e le ultime operazioni lasciano ben sperare».

Il tenente colonnello Nicola Candido, poi, ha spiegato i dettagli dell’operazione: «Siamo riusciti a identificare opere d’arte scomparse da decenni grazie agli strumenti tecnologici della Banca dati, chi si occupa di questa componente è stato fondamentale per identificare le opere. Ci riempie d’orgoglio il recupero delle pale d’altare sottratte nelle zone del terremoto del 2009».

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