Riccardo Scuoppo lascia la guida del circolo Pd di Pellezzano. A pochi mesi dall’appuntamento con le elezioni Amministrative nella città della Valle dell’Irno, il segretario dei dem ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni. Di seguito la lunga lettera con cui Scuoppo ha comunicato la sua decisione ai militanti e ai dirigenti provinciali del partito.
Con questa lettera presento agli iscritti e al Direttivo del Circolo del Partito Democratico di Pellezzano “Nino Rinaldi” le mie dimissioni irrevocabili dal ruolo di segretario del circolo stesso, e comunico che non rinnoverò la tessera del Partito Democratico. Questa stessa nota è trasmessa al Partito Democratico di Salerno Sede Provinciale.
Essere stato per quasi due anni il segretario del circolo di Pellezzano è stato faticoso ed entusiasmante al tempo stesso, sicuramente è stato per me un vero privilegio, e ringrazio tutti coloro che hanno consentito ciò. Mi sono sempre sforzato di svolgere tutta la mia attività politica con impegno e senso di responsabilità cercando, per quanto mi è stato possibile, di contribuire alla crescita del partito, lontano dalle polemiche e dalle facili strumentalizzazioni. Con grande umiltà, ho suggerito a mia volta una visione della politica in cui valori e idee, avessero la predominanza su interessi e ambizioni personali. Questa visione, mio malgrado, non è riuscita ad oggi ad affermarsi. Ho cercato tuttavia di fare del mio meglio, e l’esperienza maturata in questi mesi mi ha arricchito dal punto di vista umano e aperto davanti a me una migliore visione delle cose. Per comprendere le motivazioni che inducono qualcuno a lasciare, occorre comprende prima di tutto le ragioni dell’esserci stato. Io ho aderito in maniera convinta al PD, vengo dal mondo dell’associazionismo, del volontariato e dal mondo del lavoro. Ho creduto fermamente a quanto riportato nel Manifesto dei Valori del Partito Democratico dove si legge che: “La nascita del Partito Democratico ha creato le condizioni, per una svolta, non soltanto politica, ma anche culturale e morale, nella vicenda italiana. È in campo una forza che si propone di dare al Paese, finalmente, un nuovo e moderno indirizzo politico”.
Da qualche tempo il Partito Democratico, ha trascurato, anzi ha dimenticato, le ragioni stesse della sua nascita. Il PD doveva essere il luogo d’incontro, la sintesi tra le culture riformiste italiane, invece è andato affermandosi un istinto di conservazione e una logica di separazione tra le diverse componenti del partito. Si è tornati indietro di decenni con la definizione di anime e correnti in molti casi contrapposte. Sono state assunte decisioni fondamentali per il partito e per la nazione senza discussione con la base e con gli iscritti, ci si è isolati dal contesto politico e sociale per rinchiudersi in una cerchia sempre più ristretta. Ho sempre pensato che il senso di appartenenza a una comunità politica, imponga l’adeguarsi alle scelte della maggioranza: chi vince detta la linea politica e amministrativa, nel rispetto però del pluralismo, dell’indipendenza delle idee, principi fondanti di un partito che si dice democratico. Sono sempre stato leale con il Pd, mi sono adeguato alla maggioranza, ma adesso, per me non è più possibile esserci. Il solco tracciato tra il mio intendere l’impegno politico e l’attuale azione politica del Pd è troppo profondo.
Mi dimetto perché sono distante dall’attuale concezione del partito che oggi viene presentata agli iscritti e agli italiani. Il disagio verso la gestione del Pd si avverte già da qualche tempo, e il risultato elettorale dello scorso 4 marzo né è la naturale conseguenza. Le radici di questa sconfitta totale sono profonde e partono da lontano; a cominciare dalla discutibili modalità che hanno portato all’avvicendamento tra Renzi e Letta. A seguire le azione del governo a maggioranza Pd, sono spesso apparse delle manifestazioni estemporanee più che il frutto di un disegno politico di più ampio respiro. Sono profondamente convinto che in un partito occorra separare la fase amministrativa da quella politica, e le conseguenze di avere un segretario nazionale proiettato solo a mantenere o recuperare la sua leadership per diventare capo del governo ha danneggiato il Pd, ha minato il partito e la sua comunità. Il Partito Democratico ha perso la sua vocazione principale “essere una comunità”. Comunità aperta, che tenta di coinvolgere i cittadini che quotidianamente, spesso intimoriti e un po’ prevenuti, si avvicinano alla politica, anche senza una tessera di partito, ma che vorrebbero essere coinvolti nelle decisioni, non subirle in virtù di un “bene superiore” non condiviso, e tanto meno noto, che guarda caso penalizza spesso le fasce più deboli. Oggi non ci sono più le condizioni per tenere insieme chi insieme forse non c’è mai voluto stare. La politica è passione, è impegno, è determinazione, delusione e gioia al tempo stesso. Impegnarsi in politica a tutti i livelli rende vivi e partecipi. Pertanto io non smetterò di occuparmi di politica, ma adesso ho necessità di una lunga pausa, e di dedicare, oltre la mia attività professionale, il restante tempo a me stesso ed alla mia famiglia. Voglio crederci ancora, in futuro che possa esistere un luogo, un momento dove donne e uomini, giovani ed anziani, possano incontrarsi, per discutere confrontarsi sui temi della diseguaglianza sociale, dell’integrazione dei più deboli e degli emarginati, della giustizia, della crescita sociale ed economica della nazione. Auspico in un momento successivo di sintesi tra tutti i disorientati della politica, che superando le logiche di appartenenza, possano varcare lo steccato e ritrovarsi insieme, questa volta in maniera convinta, a rappresentare una forza politica di governo, con la volontà e l’umiltà di riprendere a guardare oltre perché il popolo italiano merita un futuro migliore di questo anonimo presente.
Voglio infine ringraziare, tutti coloro che mi hanno dato fiducia, mi hanno sostenuto, e anche chi mi ha mosso critiche, e tutti coloro che hanno lavorato e collaborato per realizzazione di tutte le iniziative che abbiamo svolto in questi mesi. A margine della presente lettera, vorrei sottolineare che il sottoscritto, al momento, non aderirà a nessun’altra forza politica, né partitica, né civica, né movimentista. Auguro a tutti voi il più sincero in bocca al lupo e le migliori fortune per il prosieguo della vostra attività politica.
Riccardo Scuoppo