di DARIO CIOFFI

Ricordo, dedica, lacrime. Ci sono momenti profondi, anche nella tristezza, che riavvicinano il calcio alla gente, restituendo autenticità a un mondo in cui la superficialità finisce per omologar tutto e tutti: chi lo gioca, chi lo segue, chi lo ama. Gli occhi gonfi di Roberto Breda, dopo il 90’ di Perugia-Spezia, sono lo specchio d’un sentimento vero, che abbatte barriere e distanze.

Succede tutto in diretta televisiva, come questo tempo impone, durante l’intervista post gara al microfono di Umbria Tv (da cui è trattata la foto). Lui, ex capitano, già allenatore e per sempre “bandiera” della Salernitana, oggi è il tecnico del Perugia, dove la maglia granata è vista come acerrima rivale 24 anni dopo la rottura d’un gemellaggio che in passato legava le due tifoserie. Dettagli. L’amicizia e la vita valgono di più, e siccome Breda è tanto (apparentemente) freddo nel controllare le emozioni (gestibili) quanto autentico nel viverle, quella dedica che gli scappa – rallentando la pronuncia delle parole che spesso mette in fila in gran fretta, e singhiozzando mentre le lacrime avanzano sugli zigomi – diventa la necessità d’un regalo dovuto a una persona molto cara, andata via senza che nessuno abbia avuto il tempo di salutarla. «È per Gianpiero Naddeo, venuto a mancare ieri (venerdì, ndr) a Salerno», dice Roberto che dell’avvocato dal cuore granata è stato amico per la pelle. Così tanto da non poter, in diretta, spiegare “tante cose”.

Al popolo perugino, che come lo studio di Umbria Tv lo ascolta accogliendo con un rispettoso silenzio il suo commosso ricordo, Breda aggiungerà che «sì, era un tifoso della Salernitana», lasciando a tutti, amici e conoscenti di Gianpiero, ma pure a chi non ne aveva mai sentito parlare, l’emozione autentica delle parole del cuore. Quelle che il calcio, per fortuna, a volte sa (ancora) esprimere…

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