La disperazione di un papà. Di una persona che sa che un suo figlio è in discoteca, per divertirsi e godersi la gioventù. E che teme di non vederlo più tornare a casa. Di non rivederlo mai più. È toccante la lettera di Luigi Tuccillo, che si firma semplicemente «un padre», sulle colonne del Mattino oggi in edicola, a cui ha affidato la sua inquietudine per la morte di Nicola Marra, il giovane napoletano di 20 anni scomparso tra sabato e domenica scorsi, dopo una notte trascorsa in discoteca a Positano, e trovato senza vita in un vallone della località turistica della Costa d’Amalfi.

«Stavolta è capitato a Nico, domani chissà, perché Nico poteva essere il figlio di noi tutti – scrive Tuccillo -. Questa drammatica Pasqua non la dimenticheranno i genitori dei suoi amici, sonnambuli delle notti, in perenne attesa di un messaggio quando vanamente tentiamo di connetterci ad una linea telefonica che non ha mai campo. Noi genitori – aggiunge – incapaci di resistere alla travolgente vitalità dei nostri figli, alla loro impazienza e voglia di esserci sempre, ad ogni festa. Ma non possiamo rassegnarci ad assistere a questa roulette russa, che mette a rischio la vita dei nostri figli. Perché ogni sera sono esposti allo stesso rischio, ma non abbiamo soluzioni. Ci resta, per sperare che qualcosa cambi e che un giorno escano per divertirsi a ballare senza sballo, soltanto l’esempio e l’amara favola di Nico, il ricordo della tragica fine del meraviglioso amico, uno di loro».

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