di ALESSANDRO MOSCA

Li hanno subito chiamati i “condannati a morte”. Sono 13 alberi a rischio abbattimento che stanno provocando una rivolta fra i residenti di Torrione, il quartiere della zona orientale di Salerno che presto potrebbe vedersi privato di quelli che nell’immaginario collettivo di molti erano diventati dei simboli. Le verifiche da parte degli agronomi incaricati dall’amministrazione comunale, infatti, li hanno classificati nella categoria “D”, ovvero quella che indica pericolosità e rischio per l’incolumità pubblica. Passando per piazza Trucillo, nello slargo della scuola elementare Matteo Mari, in via Carlo Pisacane e in via Achille Talarico sono facilmente riconoscibili: gli alberi da abbattere, infatti, sono segnalati con del nastro rosso e bianco. I controlli da parte degli addetti del Comune non sono passati inosservati e hanno scatenato la protesta dei residenti dopo che, venerdì scorso, è stata emessa l’ordinanza di abbattimento. E’ nato, così, un comitato spontaneo per “salvare gli alberi di Torrione” che ha fatto immediatamente proseliti: sono oltre mille i firmatari della petizione online (in tanti hanno anche siglato quella cartacea) che sarà presentata nelle prossime ore all’ufficio Protocollo per chiedere la sospensiva degli abbattimenti.

Il tempo, intanto, stringe: per i sette alberi di piazza Trucillo, infatti, il giorno del taglio è fissato per domenica (c’è stato già un rinvio in quanto si era scelto di rimuoverli lunedì ma la presenza della scuola ha fatto rinviare il tutto). E questo pomeriggio, dunque, tanti “torrionesi” si sono ritrovati proprio nei pressi dei “condannati a morte” in un’assemblea per far sentire forte il loro dissenso per la decisione del Comune di Salerno e chiedere di pazientare prima di procedere con l’eliminazione mentre sullo sfondo tanti bambini della scuola elementare hanno affisso cartelloni colorati e striscioni per i “loro” alberi. Il consigliere comunale e vice-presidente della Commissione Ambiente, Rocco Galdi, ha partecipato all’incontro spiegando con grande franchezza il perché di questa decisione. «Un tecnico ha rilevato con una strumentazione la pericolosità di questi alberi, assumendosi la responsabilità di classificarli a rischio di caduta», ha sottolineato Galdi che, armato di scheda tecnica per ognuno degli alberi a rischio abbattimento, ha spiegato come l’agronomo che ha effettuato i rilievi a Torrione ha misurato la resistenza inserendo un ago nei tronchi: i risultati, poi, hanno segnalato il rischio crollo per 13. «Ci sono da evitare problemi di pubblica incolumità. Il nostro obiettivo è comunque ripiantumare questi alberi e non eliminare il verde pubblico».

Parole che, però, non hanno cancellato le rimostranze dei residenti che hanno sottolineato al consigliere Galdi le possibili lungaggini per ripiantare gli alberi. La battaglia, dunque, è destinata ad andare avanti. Anche se i tempi stringono. «Da quando siamo venuti a conoscenza di quest’ordinanza ci siamo messi subito in moto. Abbiamo avviato questa petizione che sta avendo un grosso successo: in soli quattro giorni abbiamo raccolto mille firme a dimostrazione che questa è una zona fortemente simbolica di Torrione e che tanti sono fortemente legati a quest’area», ha evidenziato Marilina Criscuolo, portavoce del comitato spontaneo. «Gli abitanti di Torrione vogliono capire meglio quanto sta accadendo. Chiederemo l’accesso agli atti per comprendere realmente se ci sono problemi di pubblica incolumità: se ci sono pericoli, non possiamo che prenderne atto ma crediamo che sia la possibilità di trovare una soluzione alternativa al taglio di questi alberi. Vorremmo una sospensiva degli abbattimenti: ci deve essere data la possibilità di capire bene. Il Comune deve impegnarsi davvero alla ripiantumazione degli alberi e a una maggiore manutenzione: se si è arrivato a questo punto è perché non c’è stata cura del verde pubblico».

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