Non conosce tregua la battaglia sulle Fonderie Pisano. Dopo la riapertura dello stabilimento decretata dal Tribunale Amministrativo Regionale della Campania (clicca qui per leggere l’articolo), il Comitato e l’Associazione Salute e Vita sono pronti a ricorrere al Consiglio di Stato. Il ricorso, curato dal professor Sandro Amorosino e dagli avvocati Francesco Lanocita e Simona Corradino, punta a smontare la tesi con cui i giudici del Tar hanno concesso la sospensiva dei provvedimenti regionali di revoca dell’Aia e della Via. «Tale provvedimento ha di fatto consentito alla proprietà di riaprire l’azienda, nonostante la Regione Campania avesse espresso parere sfavorevole al rilascio del procedimento di Via e avesse revocato l’Aia – spiegano in una nota i rappresentanti del comitato -. L’attività, dunque, con la sospensiva si sta svolgendo in totale assenza delle autorizzazioni richieste e in aperta ed “autorizzata” elusione dell’obbligo di legge di attuare tutte le iniziative utili per superare le criticità rappresentate dall’Arpac».
Nel ricorso presentato al Consiglio di Stato, i legali «hanno evidenziato come i giudici, nella contrapposizione tra due valori costituzionali molto rilevanti, il diritto alla salute e quello al lavoro, hanno privilegiato la prosecuzione di un’attività d’impresa che, nel corso degli anni, si è distinta per le numerosissime inadempienze certificate che hanno determinato pesanti criticità sull’ambiente e sulla salute dei cittadini», spiegano i rappresentanti di “Salute e Vita”, intenzionati a proseguire la propria battaglia.
Secondo gli attivisti, infatti, il Tar «ha totalmente ignorato le recenti relazioni dell’Arpac depositate a giudizio, che confermano le abnormi criticità riscontrate sia nel 2015/2016 che nel 2017, e sia degli allarmati risultati preliminari dello studio Spes, anch’essi tra gli atti del giudizio».
Una decisione che ha consentito alle Fonderie Pisano di riprendere la propria attività. Ma, secondo il comitato Salute e Vita, sarebbero riprese anche «le emissioni acri, soffocanti e nauseabonde che hanno invaso nuovamente i comuni di Salerno, Pellezzano e Baronissi».