di DARIO CIOFFI
L’hanno giocata anche loro, e quel pallone “volato” dal campo al settore ospiti, dopo il 90’, mentre la squadra ricambiava l’applauso che arrivava dagli spalti, è l’ideale riconoscimento alla strepitosa partita dei tifosi granata. Perugia-Salernitana 1-1 è anche l’ennesima prova di forza della torcida del cavalluccio marino, capace di portare 413 “leoni” al Renato Curi nel giorno del primo maggio, festa del lavoro. Uno spettacolo di calore e passione.
Tanti gli sfottò tra le opposte fazioni, un tempo gemellate e dalla primavera del 1994 accese rivali. Un coro, uno soltanto, anche rivolto a Claudio Lotito, tornato al seguito della Salernitana in trasferta a tre anni e mezzo di distanza dall’ultima volta (era il 6 gennaio 2015, nel derby di Caserta in Lega Pro). «Lotito, la senti questa voce?», hanno urlato gli ultras della Curva Sud Siberiano “chiamando” il co-patron al Curi. Per poi continuare: «Che ne sai come mi sento quando i granata scendono in campo…». È “l’inno” che racconta che «questa passione ha quasi un secolo», un canto d’amore che esprime l’infinito attaccamento d’un popolo che va sempre oltre il risultato. E che grida forte, al triplice fischio, «la mia magica Salernitana». L’avrebbe fatto comunque. Anche se non fosse ormai (quasi) salva…