Usura, maxi-sequestro nei confronti di un imprenditore salernitano. I militari della Dia di Salerno stamane a Campagna hanno eseguito una misura di prevenzione personale e patrimoniale emessa dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Salerno, su proposta formulata dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Salerno.

Il destinatario è titolare di una rivendita di automobili e ritenuto dagli investigatori in contatto con diversi elementi contigui ovvero affiliati sia alla consorteria criminale promossa e organizzata da Liberato Marcantuono (già espressione del clan camorristico “Serino”, di Sarno, promosso diretto e organizzato da Aniello Serino) sia allo storico clan camorristico “Maiale”, sodalizi rispettivamente operanti a Campagna, a Eboli e in diverse località della Piana del Sele.

Il Tribunale di Salerno, con lo stesso decreto, ha stabilito l’applicazione a carico dell’imprenditore della misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza per la durata di tre anni, con obbligo di dimora nel comune di residenza e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria competente per territorio. Congiuntamente è stata disposta la confisca, previo sequestro, di beni mobili e immobili, terreni, società e depositi di credito riconducibili sia all’uomo sia al coniuge, terzo interessato e persona a piena conoscenza delle attività illecite.

Gli accertamenti patrimoniali scaturiscono dall’analisi delle diverse vicende processuali che, nel tempo, hanno interessato l’imprenditore. Già nel 2002/2003 – a seguito delle indagini condotte dal Ros di Salerno e compendiate nelle operazioni “Farfalla” e “Costanza” a carico del gruppo criminale facente riferimento a Liberato Marcantuono – l’uomo era stato individuato quale soggetto dedito alla commissione dei reati di usura, estorsione e traffico di stupefacenti. Sempre dalle stesse indagini, oltre che da altri procedimenti penali pendenti a suo carico, sono emersi i contatti con un elemento organicamente inserito nel clan camorristico “Maiale” e già destinatario di misura di prevenzione patrimoniale, eseguita nell’aprile scorso dalla Dia di Salerno. A chiarire la contiguità dell’uomo con i due gruppi criminali è poi intervenuta l’attività investigativa condotta sempre dal Ros di Salerno, compendiata nell’operazione “Rete”, che ha visto come destinatario di misura cautelare custodiale lo stesso proposto in quanto ritenuto responsabile del reato di usura.

In particolare il Tribunale di Salerno ha evidenziato significativi elementi di responsabilità a carico dell’imprenditore nella commissione del reato di usura ai danni di diverse persone, in evidente stato di necessità, costrette contro la loro volontà a versargli – a fronte di prestiti variabili nella quota capitale da 3.000 a 100.000 euro – interessi praticati nell’ordine talvolta del 15-20% mensile, altre volte del 30-45% annuo.

Elementi che, insieme all’evidente sproporzione rilevata tra i redditi e la patrimonialità accumulata dall’uomo, hanno permesso di instaurare il procedimento di prevenzione antimafia a carico dello stesso, al quale è stato contestato l’illecito arricchimento alimentatosi nel corso degli anni, frutto abituale dei cospicui proventi delle diverse attività delittuose cui lo stesso era dedito, a loro volta reinvestiti in attività commerciali, proprietà immobiliari e terreni. All’esito della procedura di prevenzione promossa dalla Dia di Salerno, la Sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale ha disposto la confisca, previo sequestro, dei beni riconducibili al predetto, riconoscendo la pericolosità dell’imprenditore sotto una duplice veste: da un lato, per le ricadute sull’economia sana operante nel tessuto sociale di riferimento; dall’altro, per le violente e documentate reazioni poste in essere dal prevenuto in caso di mancato o ritardato pagamento da parte dei debitori sottoposti a prestiti usurari.

Nel corso delle operazioni sono stati sottoposti a confisca, previo sequestro: una ditta individuale, con sede legale a Campagna, oltre a tutti i beni strumentali e ogni altro bene destinato all’attività d’impresa, nonché i rapporti di credito, societari e 48 autovetture integranti il patrimonio sociale; la sede di un centro estetico; quattro unità immobiliari adibite a civile abitazione; un locale commerciale; un terreno adibito ad agrumeto; un rapporto bancario riconducibile al proposto e alla società individuale di vendita di autovetture, per un valore complessivo di circa due milioni di euro.

Al termine delle operazioni, tutti i beni sottoposti a confisca sono stati messi nella disponibilità dell’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Salerno.

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