di DARIO CIOFFI

«L’estate rovente del calcio italiano», l’abbiamo chiamata – più o meno ad ogni latitudine – noi giornalisti che a volte pecchiamo in fantasia. Però, in fondo, ci stava. Non era mica la prima. Né sarà l’ultima. Certo, stavolta il quadro era un po’ più complesso, perché mai la serie B aveva perso tre società in un colpo solo, eppure si pensava: entro Ferragosto il quadro si chiarisce, e poi tutti al mare. Poveri illusi.

«Come nel 2003», abbiamo allora immaginato, sollecitando la memoria storica. Soltanto che quella volta, 15 anni fa, quando il Governo prese in mano la questione mentre ogni Tar riammetteva la squadra del “suo” territorio tra i cadetti, si risolse tutto entro fine agosto, allargando il campionato di B a 24. E almeno si (ri)mise palla al centro in tempi ragionevoli.

Oggi siamo ad ottobre, e “si sta – ancora – come d’autunno sugli alberi le foglie” (perdoni, Poeta, se la citazione è irriverente!), con le cinque ripescabili, tutte unite perché non hanno mai finito di “scannarsi” (visto che la genesi del caos è proprio la mancanza di certezza sui tre club che avrebbero dovuto sostituire le “cancellate” Bari, Cesena e Avellino), che ancora inoltrano ricorsi e incassano bocciature. Sono ripartite dal punto di partenza, il Tfn, che tanto per (non) cambiare ha detto che l’istanza è «inammissibile», dopo che il Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni gli aveva ripassato la palla, triangolando con il Tar Lazio, mentre Frattini che avrebbe voluto far gol in “assolo” spazzava in Tribuna, irritato per come i “compagni di squadra” (i “suoi” giudici del Foro Italico) abbiano potuto per la prima volta mettere in minoranza il capitano.

È successo tutto e pure il contrario, da luglio ad oggi, con di mezzo il “colpo di scena” del 13 agosto sull’asse Roma-Milano, i calendari di B stilati più o meno all’in piedi e la C che domenica sera presentava le classifiche dei tre gironi come cartine geografiche d’asterischi. L’Entella, unica squadra su cui siamo più o meno tutti d’accordo (meriterebbe la riammissione tra i cadetti), a un certo punto ha pensato di chiamare anche la Francia campione del mondo per organizzare un test match: era l’ultimo avversario rimasto per una società che ha organizzato così tante amichevoli che potrebbe esser coinvolta nell’organizzazione delle Olimpiadi che l’Italia aspira a ospitare nel 2026 (magari, se con Milano e Cortina rientra pure Torino, aggiungendo Chiavari corriamo in quattro).

Il tutto mentre la B a 19 squadre si gioca – invece – dal 24 agosto, e siamo già alla sesta giornata. Ove mai qualcuno oggi decidesse di cambiare il format, cosa accadrebbe?

«Nu’ burdell’», a dirla con il direttore Galigani. Di così lunga durata che qui, intanto, ci tocca cambiar pure etichetta. In principio fu «l’estate rovente del calcio italiano». Però a Salerno, la città da cui scrivo, tra un mese accendono le Luci d’Artista. Neppure te ne accorgi, ed è già Natale…

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