di DARIO CIOFFI
L’assist che non t’aspetti arriva da bordo campo, altezza panchina, ed è uno “spot per Salerno” lanciato direttamente da chi, un anno esatto – tra qualche giorno – dopo il suo arrivo all’ombra del Castello d’Arechi, s’è (ri)scoperto “innamorato” del popolo che l’ha accolto come allenatore di quella che, da queste parti, è qualcosa più d’una semplice squadra di calcio cittadina. È sentimento autentico per Stefano Colantuono, ché – precisa e ribadisce – «io non faccio il ruffiano». E allora ecco che il tecnico della Salernitana s’improvvisa, e lo fa volentieri, spontaneamente, “testimonial di Luci d’Artista” 13esima edizione, raccogliendo appena un accenno di sollecitazione da un tifoso-radioascoltatore, nel mercoledì pomeriggio di Rmc Sport, in dieci minuti di diretta nel programma Maracanà.
«Le Luci d’Artista di Salerno sono una cosa unica al mondo, che almeno una volta nella vita va vista. Qui si respira già l’atmosfera del Natale», parole di Colantuono incalzato dalle domande che arrivano via social e whatsapp a ritmo serrato. Accade assai raramente nelle 24 ore di “calcio parlato” su quelle frequenze radio – lasciano intendere i conduttori – che l’intervento al telefono d’un ospite scateni immediatamente così tante interazioni. Quando al di là della cornetta c’è il trainer granata, evidentemente, funziona così. Andando anche oltre il pallone.
E così, da ieri, c’è pure una risposta per i tanti che, nella serata dell’accensione, s’erano chiesti “come mai quest’anno le Luci non hanno una «madrina» né un «padrino»”? A quell’ora, evidentemente, Colantuono stava facendo allenamento…