di DARIO CIOFFI
“Ce la faremo, però è durissima”. Oppure, se vi va, “è durissima, però ce la faremo”. A sette mesi – più spiccioli – dalla data d’inizio, le Universiadi campane del 2019 hanno ancora parecchia strada da percorrere prima che il sito di bandiera batta il tradizionale “tutto pronto”. Di pronto, per adesso, c’è ben poco, così che ottimismo e realismo siano costretti a convivere senza che l’uno prenda a spallate l’altro. L’istantanea dello stato dell’arte l’ha scattata il commissario Gianluca Basile, in un’intervista pubblicata sul quotidiano la Città a firma di Gianmaria Roberti: «È stato fatto molto, bisogna fare ancora tanto per arrivare pronti all’obiettivo». È la fotografia del momento. Ed il click è del massimo dirigente dell’evento, fino a qualche mese fa direttore generale dell’Aru, l’Agenzia regionale per le Universiadi.
Un annetto fa, era l’alba d’ottobre 2017, nel giorno della presentazione della kermesse a Roma, nel Salone d’Onore del Coni, la location più sontuosa che lo sport italiano (ri)conosca, l’allora dg Basile venne affiancato da Marco Tardelli, titolo simile ma competenza più strettamente sportiva oltre che uomo-immagine dall’indiscusso prestigio internazionale. Lui, l’eroe dell’esultanza mundial del 1982. L’aveva annunciato il presidente del Comitato olimpico in persona, Giovanni Malagò, il campione del mondo s’era alzato in piedi e al Foro Italico era stata standing ovation. Ma senza seguito. Tardelli, infatti, era un’indicazione del Coni, che però adesso s’è un po’ defilato, come del resto il Governo, che intanto è cambiato. Il fu premier Matteo Renzi e l’ex ministro dello sport Luca Lotti celebravano Napoli 2019 a colpi di tweet. E il governatore campano Vincenzo De Luca, anche in quel meeting capitolino, ironizzava (amaramente) sul passo indietro dei grillini e della sindaca Virginia Raggi rispetto alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024.
Adesso alla guida del Paese ci sono proprio i 5 Stelle, con la Lega, e a Palazzo Chigi s’è detto in sostanza: se volete, andate avanti, noi vi seguiamo, però da lontano, e senza metterci soldini. Così si è arrivati a oggi, con qualche intervento già a buon punto, vedi quelli predisposti dall’Università di Salerno, e altri ancora fermi. «Contiamo per novembre di aggiudicare tutti i lavori e, a seguire, aprire i cantieri di tutti i 63 impianti per cui è previsto un intervento di riqualificazione. La preoccupazione generale è che, dovendo lavorare con fondi pubblici, c’è sempre il rischio che gli appalti possano avere risvolti di ricorsi», le parole del commissario Basile.
È durissima, e s’è capito. Adesso tocca aggrapparsi a quel “ce la faremo”…