Tornata sul palcoscenico della serie B dopo sedici anni, la tifoseria del Cosenza sta seguendo con entusiasmo le sorti della squadra rossoblu. I supporters calabresi, che nell’ultimo ventennio hanno dovuto affrontare ben due fallimenti, ripartendo dai bassifondi del dilettantismo, hanno una media di circa 7mila spettatori tra le mura amiche del “San Vito-Marulla”. La sfida con la Salernitana rappresenta sempre un evento molto sentito per i tifosi dei lupi, che infatti stanno chiamando a raccolta l’intera piazza per non far mancare il sostegno ai propri beniamini.
LA STORIA DEL MOVIMENTO ULTRAS ROSSOBLU
Nel lontano 1978, nacque il tifo organizzato del Cosenza, con la fondazione del Commando Ultrà Prima Linea, seguito poi quattro anni dopo dai Fedayn e Boys Cosenza. Furono gli anni ’80, dunque, che videro l’esplosione del fenomeno ultras nella tifoseria cosentina. Quest’ultima incitava la squadra locale dal settore Tribuna B e, soltanto in un secondo momento, l’anima ultras del tifo rossoblu traslocò in curva Sud, divenuta poi sede dei gruppi organizzati e punto di riferimento per gli aficionados cosentini.
In quegli anni nacque anche un’altra sigla storica per il tifo rossoblu, ovvero quella dei Nuclei Sconvolti, gruppo profondamente anarchico e ribelle che fu, insieme ai veronesi, tra i primi gruppi organizzati a mescolare il modello italiano a quello inglese. Nel 1986, con la nascita della Nuova Guardia Cosenza, il movimento si ampliò ulteriormente. Uno dei momenti più significativi del percorso di vita della Curva e dell’intera tifoseria rossoblu, fu l’organizzazione dei raduni, ispirati anche dall’incontro con Padre Fedele Bisceglia, il popolare frate cappuccino che condivise il motto “vivere ultrà per vivere”. Fu proprio il frate tra i “mattatori” del primo raduno ultrà, organizzato quando in tutto il mondo si parlava dei tragici fatti dell’Heysel. All’evento arrivarono giovani da ogni parte d’Italia a rappresentare varie tifoserie, per confrontarsi sul mondo del tifo e sulla passione calcistica.
I cosentini furono attivi pure su altri fronti, fondando una fanzine (rivista di informazione ultras) dal nome “Tam tam e segnali di fumo”, dove gli ultrà rossoblu esprimevano liberamente i propri pensieri. Una rivista cartacea dove si raccontava la vita di curva e le iniziative in cantiere ma dove ci fu spazio anche per il ricordo di Denis Bergamini, calciatore del Cosenza trovato senza vita il 18 novembre 1989 sulla strada statale 106 Jonica, nei pressi di Roseto Capo Spulico.
IL TIFO DI OGGI: DUE SETTORI IN FERMENTO
Oggi, oltre alla Curva Sud del Cosenza, il tifo – come alle origini- è organizzato anche nel settore Tribuna B. Oltre ai gruppi ultras che popolano il settore caldo del “San Vito-Marulla” dietro lo striscione Ultrà Cosenza, infatti, da quattro anni si è ricreata un’atmosfera “curvaiola” anche in tribuna. La spinta originaria venne nel 2014, l’anno del centenario del Cosenza Calcio, quando in una gara interna dei rossoblu, all’interno della Curva Sud, molti dei “vecchi” ultras ebbero modo di chiacchierare tra loro. L’idea di riportare sui gradoni anche chi ormai da tempo, per varie ragioni, aveva smesso di frequentare lo stadio e di ricreare un tifo “alla vecchia maniera”, affascinò diversi ultras cosentini. Un “rimpasto” delle precedenti sigle storiche del tifo calabrese (Nuclei Sconvolti, Nuova Guardia, Cosenza Supporters) che man mano prese piede e si trasformò in un vero e proprio gruppo, dal nome “Anni ’80 Cosenza“. La scelta della denominazione non fu casuale, in quanto si poneva come obiettivo quello di ricreare l’atmosfera di tifo degli anni Ottanta, nello stesso settore dove tutto ebbe inizio. Alcuni dei responsabili del gruppo, in un’intervista rilasciata al portale Sportpeople.net, specificarono che la scelta del nome nasceva dalla “volontà di incarnare ciò che eravamo e che siamo“. “In quegli anni abbiamo lottato per gli spazi sociali, per la possibilità di aggregazione, per l’identità, per i nostri colori: quel tifo di marca “sconvolta” che ci ha sempre contraddistinto, doveva tornare ad animare lo stadio“, furono le parole di alcuni ultras degli Anni Ottanta.
GEMELLAGGI E RIVALITA’
Fin dagli anni ’80, le tifoserie di Cosenza e Salernitana non si sono mai amate, anche in virtù del saldo gemellaggio tra la torcida granata e quella Reggina. Rivalità molto forte non soltanto con la tifoseria amaranto ma pure con i corregionali del Catanzaro. Rapporti tutt’altro che idilliaci pure con leccesi, veronesi, pescaresi, bresciani, tarantini e baresi. Qualche mese fa, si registrarono momenti di tensione tra ultras cosentini e catanesi all’imbarco di Villa San Giovanni, con i calabresi diretti a Palermo e gli ultras rossazzurri in viaggio per raggiungere Potenza.
Per quanto riguarda i gemellaggi, invece, la tifoseria del Cosenza ha un solido rapporto con gli ultras della Casertana, con frequenti e reciproci scambi di “visite” nel corso degli anni. Duraturo anche il feeling con le Curve di VeneziaMestre, Genoa, Atalanta, Ternana ed Ancona. Tra le squadre corregionali, l’unica tifoseria che è in buoni rapporti con gli ultras rossoblu, è quella del Crotone.