di DARIO CIOFFI

Un (altro) vice alla riscossa. Perché all’ombra d’un “gigante” si lavora molto e s’impara ancor di più, però ad un certo punto della vita, e della carriera, tocca esaudire il desiderio di far da sé. D’andare avanti da solo. Mettendo alla prova e in gioco se stessi, pur nella consapevolezza di quel che si lascia. Due settimane fa l’aveva fatto Angelo Gregucci, accettando la panchina della Salernitana e sfilandosi la tuta azzurra della Federcalcio dopo aver rescisso un contratto da assistente del commissario tecnico della Nazionale italiana, Roberto Mancini, di cui è amico e fedele collaboratore di vecchia data. All’alba del nuovo anno, invece, è toccato ad un altro Angelo di nome, che di cognome fa Alessio, figlio e orgoglio sportivo di Capaccio Paestum, fare il grande passo e “mettersi in proprio”. Lo storico vice di Antonio Conte, infatti, ha annunciato la separazione dal trainer salentino per intraprendere un’avventura da “solista”.
«Credo sia giunto il momento di portare avanti quel percorso professionale che mi sono prefissato quando ho iniziato la carriera d’allenatore. Sarò sempre grato ad Antonio per le esperienze che mi ha fatto vivere, per tutto ciò che abbiamo condiviso in questi otto anni di vittorie, di grande lavoro, d’immense soddisfazioni. Quel che abbiamo fatto insieme rimarrà per sempre. Ma credo sia anche doveroso cercare di fare la mia strada», ha spiegato Alessio a Sportitalia, mostrando convinzione, determinazione, voglia di lanciare la nuova sfida.
Va da sé che l’eco di questa scelta sia stata forte all’ombra dei Templi, dove i legami sono sempre rimasti autentici, rafforzati periodicamente nel corso degli anni con iniziative pubbliche che hanno avuto nel mister, che intanto collezionava trionfi da vice di Conte, una figura simbolo, ideale testimonial del territorio, modello per tanti giovani “d’uno che ce l’ha fatta”. Due estati fa, ad esempio, Alessio donò un defibrillatore all’Associazione Salvatore Apadula, che a sua volta lo mise a disposizione dell’amministrazione comunale presso il campo sportivo di Gromola. E chissà che in futuro questo attaccamento alle sue origini non possa valergli anche una chance da “profeta in patria”.
Il cammino da allenatore di Alessio, al tramonto d’un’ottima carriera da calciatore (vestì su tutte la maglia della Juventus), cominciò proprio dalla Campania: trafila nel settore giovanile del Napoli, poi in prima squadra come uomo-staff e vice (esperienze con Franco Colomba, Andrea Agostinelli, Sergio Buso, Franco Scoglio e Gigi Simoni), prima di tentare da solo alla guida d’Imolese, Massese e Spal. Proprio a Ferrara nel 2008, in un’epoca ancora lontana dalla strepitosa escalation estense degli ultimi anni, il tecnico capaccese visse la sua ultima tappa da head coach. Da lì in avanti affiancò Antonio Conte a Siena e poi alla Juve in un triennio magico, segnato da tre scudetti. Così, da campione d’Italia, arrivò alla Nazionale azzurra come assistente del ct, stessa carica ch’era ricoperta fino a pochi giorni fa da Gregucci, prima che accettasse la Salernitana.
Alessio, che da “secondo” del trainer leccese ha vinto pure una Premier League con il Chelsea, ora proverà a far fruttare questo bagaglio, o meglio “tesoro”, acquisito tra le stelle del calcio, in una nuova vita da allenatore “titolare di panchina”. Non ne parleranno più come “il vice di Conte”. Sarà semplicemente mister Angelo Alessio. Da Capaccio Paestum, non mancherà d’aggiungere…
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