di EDOARDO CIOFFI

Da vecchi compagni di squadra ad avversari, in una notte speciale. Il derby di venerdì all’Arechi tra Salernitana e Benevento metterà di fronte il neo acquisto granata, Emanuele Calaiò, e il tecnico dei sanniti Christian Bucchi. I due furono “colleghi” di reparto a Napoli, nella stagione 2006-2007, in una serie B passata alla storia per la partecipazione della Juventus dopo i fatti di Calciopoli.

In quell’annata gli azzurri guidati da Edy Reja si piazzarono al secondo posto, centrando la promozione in massima serie insieme a Juventus e Genoa, in un torneo monco della post season per la distanza di ben dieci punti tra i rossoblu liguri e la quarta classificata, ovvero il Piacenza di Iachini. Con la maglia del Napoli, Bucchi e – soprattutto – Calaiò contribuirono in maniera importante al salto di categoria dei partenopei. L’attuale trainer del Benevento, però, arrivò all’ombra del Vesuvio con tante aspettative, che non riuscì a ripagare appieno durante la sua militanza in maglia azzurra.

Dopo i 29 gol messi a segno nella precedente stagione a Modena, infatti, l’ex bomber romano fu acquistato dal Napoli di Aurelio De Laurentiis per una cifra vicina ai 4 milioni di euro ma agli ordini di Reja, nella prima stagione in azzurro, riuscì a collezionare solo 29 presenze e 8 gol. Troppo poco per un attaccante della sua caratura, che nelle annate precedenti in serie cadetta aveva centrato quasi sempre la doppia cifra. Dopo un avvio incoraggiante, Bucchi scivolò progressivamente in panchina, con Reja che accantonò l’idea iniziale del tridente che doveva vedere l’ex Modena al centro dell’attacco, insieme ad Emanuele Calaiò e Roberto De Zerbi. Al rendimento tutt’altro che brillante di Bucchi, spesso scalzato dai sudamericani “Pampa” Sosa e Inacio Pià nelle gerarchie del tecnico del Napoli, fece da contraltare la costanza di Calaiò, già idolo del San Paolo dalla precedente stagione.

L’attaccante nativo di Palermo, infatti, dopo aver siglato 18 reti nel torneo di serie C1 che vide il ritorno degli azzurri tra i cadetti, si confermò anche in B, risultando a fine stagione il miglior marcatore del Napoli con 14 reti, alcune delle quali pesantissime. Proprio durante l’epoca partenopea, nacque il soprannome di “arciere”, per l’esultanza con cui l’attaccante siciliano festeggiava i suoi gol sotto le due Curve del San Paolo.

Venerdì sera, sotto i riflettori dello stadio con il nome da Principe, il 37enne attaccante della Salernitana, a soli sei gol da quota 200 in carriera, potrebbe sfidare proprio il suo ex compagno d’attacco ai tempi del Napoli. “Fisicamente sto bene ma non giocando da cinque mesi una gara ufficiale, è tutto più difficile”, ha dichiarato ieri il bomber palermitano durante la conferenza stampa di presentazione. Comunque, l’arciere sarà a disposizione di Angelo Gregucci e proverà a essere almeno tra i convocati per partire in panchina. Dodici anni dopo, di fronte a Christian Bucchi, per dimostrare di non essere un “calciatore finito”. L’ex compagno è già avvisato…

Notizie Simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *