di STEFANO MASUCCI

«Si chiama Massimo Coda, e segna sempre lui…». Massimo Coda aveva aperto le danze nel derby con l’Avellino con la rete del momentaneo 1-0, la 33esima in maglia granata nell’arco di due stagioni, ricevendo a fine partita come tributo della Curva Sud il coro dedicato ai grandi bomber, quelli che lasciano un segno indelebile. E’ datata 13 maggio 2017 l’ultima apparizione della punta originaria di Cava de’ Tirreni sul manto erboso dell’Arechi, che la punta del Benevento calpesterà dopo oltre un anno e mezzo, da avversario, venerdì nel derby di ritorno tra sanniti e la formazione di Gregucci, che aspira a trovare un successo fondamentale per rilanciare le proprie ambizioni.

Un girone fa, al Vigorito, l’attaccante ex Parma non riuscì a trovare il personale sigillo nonostante il sonoro 4-0 rifilato alla truppa guidata allora da Stefano Colantuono. Eppure, nonostante l’entusiasmo iniziale per il suo arrivo alla corte dell’ippocampo, l’avventura di Coda alla Salernitana non era iniziata nel migliore dei modi. Colpa di una condizione fisica non ottimale, dopo la rottura dei legamenti crociati a Parma l’anno prima, e di qualche gol sbagliato di troppo in una stagione a tratti maledetta, che sembrava non volesse proprio svoltare, sia per la squadra che per il centravanti metelliano. Dopo un girone d’andata deludente (3 centri all’attivo), Coda ritrovò fiducia e condizione, tanto da risultare decisivo (in coppia con Donnarumma), nella corsa salvezza, conclusasi con i playout vinti contro il Lanciano. Ben 12 reti dopo il giro di boa, ai quali vanno aggiunti i 2 nel doppio confronto con gli abruzzesi. E la conferma come elemento imprescindibile nella stagione successiva, iniziata sotto la guida Sannino e conclusa con Bollini, con un’unica costante, le reti del ‘9’ granata. Altre 16 per l’esattezza, e le inevitabili sirene da quella serie A che Coda aveva solo assaporato a Parma (due centri in massima serie per lui), prima del grave infortunio e del fallimento della società ducale.

A bussare alla porta di Lotito e Mezzaroma è il Benevento di Vigorito, che investe oltre 2 milioni di euro per portare nel Sannio l’attaccante campano, che nonostante la retrocessione dello scorso anno è rimasto in giallorosso per tentare di raggiungere la seconda promozione in tre anni. E che venerdì tornerà nello stadio che, consapevole del suo imminente addio, l’ha omaggiato con il coro riservato ai grandi bomber, quelli che lasciano un segno indelebile.

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