Salernitana-Avellino Curva Sud

di DARIO CIOFFI

La storia dice Salernitana, il presente Benevento, il futuro chissà. Alle nove della sera, all’Arechi, in un venerdì con tanti (troppi) vuoti sugli spalti, va in scena il derby dei Longobardi, quello – per eccellenza – del Principe che dà il nome a uno stadio di sicuro non pronto a offrire il meglio di sé. È inevitabile, per la situazione in cui i granata si presentano a una partita che pure, nonostante l’umanissima delusione che ha spento l’entusiasmo del popolo del cavalluccio marino, può valere un posto nei playoff e una prospettiva più intrigante per affrontare quel che resta del campionato che conduce al Centenario.

I dati di prevendita raccontano – con il potere dei numeri, nudi e crudi – l’attesa del Sannio (saranno 1500 nel settore ospiti) e la gelida marcia d’avvicinamento d’una Salerno scontenta al punto da litigare su ogni argomento nell’agorà da “tutti contro tutti” dei social, a cui l’altra sera ha dedicato una lettera aperta Marco Mezzaroma. Il co-patron ha chiesto d’esser «uno accanto all’altro» oggi all’Arechi «solo per tifare chi indossa la maglia granata ed incitarlo a provare anche la giocata più rischiosa per cercare di vincere».

Gli ha fatto eco (persino) il sindaco Enzo Napoli, pure lui di suo pugno. L’auspicio d’«una grande festa dello sport e del tifo civile» non è stato neppure il pretesto, è semplicemente la chiosa d’un intervento in cui il primo cittadino osserva che «in queste ore registriamo un clima deprimente di sfiducia e delusione, intorno alla Salernitana si alimentano polemiche su polemiche infinite, estenuanti ed in alcuni casi persino strumentali». Di qui l’appello: «Il derby contro il Benevento è l’occasione giusta per spegnere queste polemiche che non servono a nulla. Da oggi serve la massima coesione di tutte le componenti di tifosi, squadra, istituzioni e società per raggiungere il traguardo che tutti sogniamo: la serie A».

Prima Mezzaroma, poi Napoli. Infine gli ultras, fermi nel ribadire – in soldoni – che la Curva Sud Siberiano sarà sempre al fianco della Salernitana al di là di chi la rappresenta, non risparmiando critiche alla società (qui il comunicato integrale). Perché la linea, condivisa e chiara, ribadita pure alla squadra, è: sostegno ad oltranza alla maglia, bene supremo che va oltre la diversità di vedute su proprietà e management, che a propria volta hanno pubblicamente aperto al confronto.

Di sicuro c’è che all’appello di chi non vuol abbandonare la squadra del cavalluccio marino risponderanno più o meno in 8mila, comprendendo i 4mila abbonati e senza contare i giallorossi in Curva Nord. Gli altri bisognerà convincerli e (ri)conquistarli con la forza dei risultati, unico mezzo in grado di metter – più o meno – tutti d’accordo. Le ultime tre volte, all’Arechi, il Benevento s’è sempre presentato più avanti in classifica, e però le ha vinte tutte la Salernitana. Tocca (anche) aggrapparsi alla storia d’un derby-talismano, insomma, ché è una notte da caccia alle streghe. E non soltanto per modo di dire.

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