di DARIO CIOFFI

I sogni non muoiono all’alba, semmai nei pomeriggi di mercoledì, di solito nei test match di metà settimana all’Arechi. Quando Davide Di Gennaro sembra pronto, “scalpita” – a dirla con lo stereotipato linguaggio pallonaro – ed è già un titolare in pectore per la partita ch’è di là da venire, ecco che si ferma di nuovo. Sul più bello.

Dal campo all’infermeria, percorrendo quel tunnel maledetto che il centrocampista ex Lazio pare aver imparato a memoria. Copione da copia-incolla. Bollettino medico, implicito – ma neppure troppo – annuncio forfait e rinvio a “prossime valutazioni” mediche: in soldoni, anche ad Ascoli, sabato, la Salernitana sarà senza il suo DiGe, proprio nella gara in cui era atteso dal 1’ circa tre mesi e mezzo dopo l’ultima volta, in un sabato senza sole a Venezia.

Un film già visto. Appena un po’ ridondante. Perché riporta alla mente le speranze che accompagnavano Di Gennaro al tramonto d’agosto, all’inizio della sua esperienza granata. “Viene da un infortunio e deve trovare la miglior condizione”, diceva l’allora tecnico della Salernitana, Stefano Colantuono. Oggi c’è Angelo Gregucci. Eppure è come se il tempo si fosse fermato…

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