Il destino nel nome. Barbara Vittoria, figlia di Tom Rosati, si chiama così perché è nata a maggio del 1966, nei giorni in cui il papà trionfava con la Salernitana, ottenendo la promozione in serie B (sì, B come Barbara), la sua prima grande vittoria (con l’iniziale minuscola e maiuscola al tempo stesso). Una favola rivissuta in un giovedì speciale, voluto e realizzato da “CentoXCento Granata”, il progetto per il Centenario curato da Franco Esposito e Roberto Guerriero che riporta a Salerno la famiglia dell’indimenticato Tom.
Una giornata intensa, cominciata a Palazzo di Città, continuata nello storico stadio Vestuti e, dopo una tappa al Club 2010, conclusa al “Non ti pago”, in una serata-evento all’insegna dell’amarcord. Le prime grandi emozioni, però, si rivivono sulla panchina del vecchio stadio di Piazza Casalbore. Lì Enzo Casciello fa spallucce. Lui la storia di Tom Rosati a Salerno l’ha vissuta e raccontata, e così alla domanda dalle cento pistole, se possa esser considerato – o meno – “il miglior allenatore della Salernitana di tutti i tempi”, uno dei più grandi cantori granata risponde scettico: “Tom non può esser considerato solo un allenatore. È un simbolo per un’intera generazione”.
Barbara, che per ovvie ragioni anagrafiche ricorda benissimo solo la terza e ultima esperienza del papà all’ombra del Castello d’Arechi (nel 1978), riceve da due calciatori dell’ippocampo di oggi, Davide Di Gennaro ed Alessandro Bernardini, una maglia da mister con su scritto proprio il nome di Tom Rosati. Ha portato anche una tuta d’epoca: quella della promozione del ’66. Viene esposta assieme ad altri cimeli, tra cui un regalo ricevuto dall’allora patron Peppino Tedesco, che rivolle Rosati (per la seconda avventura) a Salerno all’alba degli anni Settanta, un ricordo che commuove il figlio del past president, Michele. Quasi in lacrime la vedova di Bruno Carmando, il magico masseur di quell’epoca, in un excursus che coinvolge, tra gli altri, Angela Somma, figlia del mitico segretario Bruno, e tanti altri custodi di quella storia meravigliosa.
Giovanni Vitale, storico giornalista ch’è stato narratore pure d’una Salernitana in “bianco e nero”, ricorda persino che poco prima della gara di L’Aquila, che segnò il ritorno in B, “venne istituita l’ora legale”, e aggiunge aneddoti, tantissimi, che impazzano attorno alla figura di Tom. Non solo dei tifosi con qualche capello bianco, ma di tantissimi innamorati della maglia granata. “Stravedeva per me. E quando tornò, mi chiese addirittura di ricominciare a giocare, anche se avevo già smesso e facevo un altro lavoro”, la testimonianza di Egidio Sironi.
Il Rosati-Day è un viaggio del tempo, immortalato dalle foto di Gerry Fezza e da racconti di memorie storiche del tifo come Adolfo Gravagnuolo, Ciro Borsa “Mullechella” e Salvatore Orilia, ma soprattutto dalle parole di Barbara: “Mio papà non vi ha mai dimenticato. Ha sempre portato Salerno nel cuore”. Un vero granata al cento per cento.