di DARIO CIOFFI
Senza retorica e con onestà intellettuale, il numero uno dello sport italiano, Giovanni Malagò, ieri ha speso un plauso per l’Universiade campana scegliendo di non (ri)salire sul carro da cui era sceso più d’un anno fa. «Siamo molto contenti di Napoli2019, tantissime luci e pochissime ombre. Ringraziamo chi ci ha creduto», il telegramma del presidente nazionale del Coni nel riconoscere il successo d’una kermesse che per due settimane ha visto celebrarsi in Campania una festa di sport in tutte le lingue del mondo. Molte cose, va da sé, potevano esser curate o valorizzate meglio, e però viaggiando a ritroso, e ripensando a quando la manifestazione era stata addirittura a rischio rinvio nel valzer dei commissariamenti, è impossibile non sospirare per la (buona) riuscita d’un evento last minute ma non improvvisato. A raccontare meglio di qualsiasi dato il significato vero dell’Universiade sono le immagini della piscina Scandone di Napoli, del PalaSale di Eboli, del PalaUnisa nel campus di Baronissi: impianti gremiti, pubblico entusiasta, tifo da stadio per accompagnare i trionfi azzurri in un’edizione da record che ha visto l’Italia ben 44 volte sul podio. Proprio il calcio, a dirla tutta, ha un po’ deluso per la cornice sugli spalti, in particolare all’Arechi e a Benevento, ma si rientra nei dettagli che – stavolta no – non fanno la differenza.
La Campania, poi, celebra non soltanto il successo organizzativo ma pure le sue 12 medaglie. Due sono made in Salerno, al collo di Mario Del Basso ed Eduardo Campopiano, protagonisti nel Settebello della pallanuoto che ha regalato l’ultimo oro dell’Universiade. L’epilogo felice d’un evento che fa sorridere il Comitato regionale del Coni, di cui è vicepresidente vicario il dirigente salernitano Matteo Autuori: «È stata una vittoria su tutti i fronti per lo sport campano e per il nostro territorio. Il merito principale va ascritto al governatore Vincenzo De Luca che più di tutti ha voluto questa grande kermesse dopo il passo indietro fatto dal Brasile. Il presidente della Regione e il numero uno del Cusi, Lorenzo Lentini, hanno fatto l’impossibile affinché l’Universiade diventasse quel che ha poi rappresentato per la Campania e sono orgoglioso di poter parlare oggi d’una scommessa vinta».
Sul tavolo del bilancio finale, fissato per oggi a Palazzo Santa Lucia alla presenza pure del commissario Gianluca Basile, i significativi interventi che Napoli2019 lascia in eredità, nell’intera regione, sul fronte dell’impiantistica, ma anche le emozioni regalate dagli atleti “padroni di casa”. «Un grande plauso ai nostri medagliati nella pallanuoto e nel tiro – chiosa Autori -. Però una nota speciale mi sarà consentita per i successi napoletani nella scherma, disciplina di cui mi onoro di guidare il Comitato regionale. L’oro della sciabolatrice Rebecca Gargano e il bronzo dello spadista Valerio Cuomo dimostrano come la Campania sia in linea con lo straordinario trend nazionale della nostra Federazione, merito dal lavoro fatto da tutto il team guidato dal presidente Giorgio Scarso che ci ha permesso, al PalaUnisa, di primeggiare sia dal punto di vista organizzativo che tecnico».
Ora il passaggio del testimone: da Napoli a Chengdu. Sarà la città del Sichuan, nella Cina occidentale, ad ospitare la 31esima edizione in programma nel 2021. Un altro mondo, un’altra Universiade.