di DARIO CIOFFI
“Zio” Alfredo se n’è andato all’alba d’un altro campionato, per lui sarebbe stato l’ennesimo al fianco della squadra d’una vita. Era un vecchio cuore granata per militanza, eppure ancora troppo giovane per non lasciare sconvolte le tante persone che gli volevano bene alla notizia della sua improvvisa scompara. Alfredo Lettieri è morto all’ospedale Ruggi, dove le sue condizioni di salute in pochi giorni erano precipitate, aveva 59 anni e non voleva smetterla di sentirsi un ultras della Salernitana.
Aveva cominciato a vivere i gradoni del Vestuti con la Gsf, per poi sposare la causa del Nucleo Storico di cui era stato il primo (e unico) presidente. Negli anni Duemila era entrato a far parte della Nuova Guardia, in prima linea anche nelle tante iniziative di solidarietà portate avanti nel mondo del tifo. Esperienza e saggezza, ma anche simpatia e sobrietà. “Zio” Alfredo, come lo chiamavano in molti, era un portatore vero d’umanità autentica: marito, padre e amico affettuoso, lavorava presso l’Asl Salerno e viveva il calcio come una passione genuina, dalla parte della gente.
Era così innamorato degli ultras che qualche anno fa, quando ancora non esistevano le centinaia di pagine “monotematiche” che oggi spopolano sui social scopiazzandosi l’una con l’altra, cominciò a realizzare dei reportage sulla vita dei supporters. A malincuore ma “per giusta causa” lasciò la Curva Sud e si trasferì in Tribuna Azzurra.
Giubbotto NG, sigaro, telecamera e cavalletto al seguito. Filmava l’intera partita, senza riprendere il pallone neppure per un minuto, ma fissando i gradoni del cuore, le persone che li popolavano, le bandiere che sventolavano in ogni angolo del settore.
Frequentava meno gli ambienti del tifo da un po’, però i suoi amici di sempre non si sono mai dimenticati di lui. “Alfredo non mollare”, c’era scritto su uno striscione firmato Nucleo Storico e affisso in via Scavate Case Rosse qualche giorno fa, quando cominciò la sua agonia all’ospedale Ruggi. In tanti gli hanno rivolto l’ultimo saluto a Baronissi, dove è stato celebrato il funerale alla presenza anche dei gemellati degli Army Korps di Monopoli, suoi amici di sempre. L’addio a un uomo buono, a un vecchio cuore granata.