di  DARIO CIOFFI

Da bambini si chiamava “porta a porta”, con l’iniziale minuscola per non confondersi con il salotto televisivo di Bruno Vespa. Era un giochino un po’ sfigato, e però buono per ingannare l’attesa, se in cortile si era soltanto in due perché il terzo non aveva ancora finito i compiti e dal balcone la madre lanciava occhiate in cagnesco. Meglio “cominciare”, insomma…
Non c’erano smartphone né social, solo un SuperSantos arancione da 3.500 lire e qualcosa da mettere a terra per inventarsi due pali di qua e altrettanti di là. Si giocava così: “porta a porta”, appunto, dove i due giocatori, l’uno di fronte all’altro, a fasi alterne dovevano esser un po’ bomber, nel calciare per fare gol, e un altro po’ portiere, perché c’era poi da parare la conclusione dell’avversario. Proprio come ieri l’altro ha fatto Alessandro Mirarco da Nardò, profeta in patria perché gioca nella squadra della sua città, ultima in classifica nel girone H del campionato di serie D.
Il 24enne portiere pugliese domenica scorsa ha fatto gol con un rinvio dalla sua porta, roba che non ti stanchi di (ri)vedere sul web dove il video di quella rete, che ha sancito il definitivo 3-0 dei “tori” granata sulla Gelbison, ha raggiunto numeri stellari in poco più di ventiquattr’ore. Non l’ha cercato, Mirarco: ha avuto semplicemente l’aiuto d’un bel po’ di vento e ancor più fortuna, così ha visto quel pallone, rilanciato senza neppure prender la mira, prima alzarsi a campanile, poi rimbalzare su un campaccio impantanato e infine trasformarsi in un proiettile che ha trafitto il “collega” dei cilentani.
Ed è qui la storia nella storia. A subire l’irrituale gol d’un (altro) portiere, infatti, è stato Bernardino D’Agostino, 26 anni, da cinque a Vallo della Lucania e in questa stagione per diverse settimane “numero 1 d’Italia”. Sì, perché prima d’imbattersi nelle difficoltà che hanno poi causato il ribaltone in panchina (con Gigi Squillante a rimpiazzare l’esonerato Alessio Martino), la Gelbison è stata fino alla metà d’ottobre l’unica squadra del Belpaese, dalla serie A alla D, a non aver incassato neppure una rete. Un record nazionale, raccontato da 625 minuti d’imbattibilità, interrotto soltanto nel derby contro la Nocerina. Anche dopo quella “macchia”, comunque, D’Agostino ha continuato per diverse settimane a esser il portiere meno battuto d’Italia. Dall’altare alla polvere, il destino napoleonico per il ragazzo di Santa Maria Capua Vetere s’è compiuto proprio domenica scorsa, nella tempesta di Nardò. Una folata di vento tremenda, un rimbalzo beffardo, la rabbia d’un gol subito da un suo “collega”.
Quella di Mirarco, infatti, non è una rete alla Brignoli (nella stagione scorsa in Benevento-Milan), alla Taibi (Reggina-Udinese nel 2001) o alla Rampulla (Atalanta-Cremonese del 1992), tanto per restare nei paragoni sontuosi con la serie A. Sono casi di «tutti in area per l’ultima preghiera», mentre quello di Nardò-Gelbison è un gollonzo che rievoca quello di Ingrassia, il portiere del Due Torri che tre anni e mezzo fa in un match d’interregionale segnò in casa della Cavese con un rinvio che sfruttò vento e maltempo allo stadio Lamberti.
Roba da “porta a porta”. Quando il calcio, tra bambini, era un gioco serio…

 

fonte foto: infocilento.it

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