L’emergenza pandemia Covid-19 ha inevitabilmente cambiato le vite di tutti e sui social, insieme all’hastag #iorestoacasa, impazzano i “ricordi” dei tempi andati.
Soprattutto per quelli che vivono perennemente con la “testa nel pallone”, questi sono i giorni delle condivisioni di foto e video degli anni passati, un modo per (provare a) sentirsi più vicini ad una normalità ormai perduta. Oggi, 17 aprile, il popolo granata ha “rispolverato” dai propri archivi social la Pasquetta di tre anni fa, trascorsa sì con gli amici, ma al seguito di Sua Maestà. Niente grigliate sui prati nè aree picnic, per i “malati” granata tre anni fa ci furono i gradoni dello stadio Arechi. Il 17 aprile 2017, infatti, la Salernitana guidata da Alberto Bollini ospitava nell’impianto col nome da principe il Latina, per un match che aveva il valore d’una verifica per i granata, a ridosso della zona play-off ma con un rendimento discontinuo sin lì.
Una “Pasquetta granata” per 9mila innamorati, presenti per incitare il team dell’ippocampo in una rincorsa verso la zona utile per la post season che, poi, sfumò col passare delle giornate. In quel pomeriggio, però, il cavalluccio marino regalò una gioia ai propri supporters, non senza patire durante i 90 minuti. Nel settore caldo del tifo, di fianco allo striscione del gruppo UMS, campeggiava un drappo in stoffa granata con pittura bianca a richiamare il neonato tormentone sudamericano degli ultras della curva Sud: “Oh Salerno, nessuno vede ciò che sento, è il mio amore lo porto dentro…con te è magia ogni momento“. Il testo del coro – sulle note del celebre brano di Luis Fonsi, Despacito – firmato Curva Sud Siberiano, cominciò ad entrare nelle teste degli aficionados dell’ippocampo e fu uno dei motivi canori che più coinvolgeva la torcida salernitana. Di fronte, nello spicchio di Nord riservato agli ospiti, l’ingresso degli ultras pontini avvenne con qualche minuto di ritardo rispetto all’inizio del match. Un’entrata nel settore ch’è rimasta impressa anche al pubblico salernitano, in quanto dopo aver preso posto sui gradoni loro riservati, gli ultras del Latina si “compattarono” dietro il vessillo nerazzurro riportante il nome della propria città e srotolarono, su due livelli, uno striscione di carta per onorare la memoria di Carmine Rinaldi, per tutti “il Siberiano”, leader del tifo salernitano. “Baluardo di lealtà e valori…Siberiano eterno, oltre i colori“, questo il contenuto del messaggio esposto dagli ultras pontini, che strappò applausi rispettosi da parte del pubblico di casa. Una settimana dopo la ricorrenza del settimo anniversario della sua scomparsa, infatti, la tifoseria granata apprezzò molto il gesto degli ultrà nerazzurri di ricordare il Siberiano, icona della “vecchia” e sana mentalità ultras.
Sul rettangolo verde, invece, andò in scena un match molto tirato, che vide “passare” gli ospiti a cinque minuti dalla fine della prima frazione, grazie ad un gol del calabrese Pietro De Giorgio, abile a battere di sinistro Alfred Gomis. Dopo la realizzazione, avvenuta sotto la curva Sud, il numero 18 del Latina si portò a ridosso dei tifosi granata, “mimando” il volo dell’aquilotto, per dar valore al suo passato con la maglia della Cavese. Un’esultanza che fece infervorare il pubblico di casa, che cominciò a subissare di fischi il giocatore nativo di Praia a Mare.
Nella ripresa, i granata tirarono fuori l’orgoglio e trovarono prima il pareggio con un insolito tiro di destro di Alessandro Rosina, e poi il gol del sorpasso con Mattia Sprocati, abile a raccogliere una palla vagante nell’area di rigore avversaria e a battere col mancino il futuro terzo portiere della squadra campione d’Italia, Carlo Pinsoglio. Tre punti che servirono ad alimentare speranze play-off che, però, non si concretizzarono a fine stagione. Resta però il ricordo d’una “Pasquetta granata” contraddistinta da tante emozioni e da un entusiasmo che, si spera, possa tornare presto dalle parti di via Allende.
(edo.ci)