Sono trascorsi ben undici anni dall’eurogol di Roberto Ramirez Merino all’Arechi contro l’Albinoleffe. Una prodezza, quella del fantasista peruviano, ch’è considerata ancora oggi dai tifosi granata come una delle più belle viste nello stadio col nome da principe.

Nel match di serie B disputato il 18 aprile 2009, la Salernitana di Fabio Brini (ritornato sulla panchina granata dopo l’esonero di Fabrizio Castori) riuscì ad imporsi per 4-2 sull’Albinoleffe guidato da Madonna, conquistando tre importantissimi punti per la salvezza. Gara ricca di emozioni quella andata in scena undici anni fa, coi granata avanti per due volte, prima con Iunco e poi con Ganci, ma ripresi altrettante volte dai seriani grazie alle reti di Cellini e Ruopolo. Nonostante la superiorità numerica (per espulsione del portiere Narciso, dopo un fallo da ultimo uomo su Ganci), la squadra granata non riuscì a riportarsi subito in vantaggio, fallendo un penalty con Ciccio Scarpa, ipnotizzato dal subentrato Coser. Dopo l’errore dal dischetto del calciatore di Torre Annunziata, però, le mosse di Brini dalla panchina si rivelarono azzeccate: dentro i due sudamericani, Emmanuel Ledesma e Roberto Merino, in luogo di Maurizio Ciaramitaro ed Antimo Iunco.

L’argentino in maglia numero 9, all’epoca di proprietà del Genoa ma arrivato nella sessione invernale del calciomercato in prestito dal Qpr, riuscì a siglare il gol del 3-2 con un preciso sinistro a giro che non lasciò scampo all’estremo difensore seriano. Poco dopo, poi, ci fu anche il 4-2 con la magìa del “Maradona delle Ande“: palla rubata nel cerchio del centrocampo al brasiliano Denilson Gabionetta, qualche metro palla al piede e poi tiro col mancino da distanza siderale, a battere un Coser colpevolmente fuori dai pali. Un gol “a pallonetto” che fece letteralmente “venir giù” la curva Sud granata, che da settimane attendeva di vedere all’opera il calciatore in maglia numero 19, il quale però veniva puntualmente “dimenticato” dall’ex trainer Castori. Alla prima occasione utile, dunque, il fantasista peruviano conquistò il palcoscenico dell’Arechi, strappando applausi a scena aperta e divenendo, in breve tempo, un beniamino della tifoseria.

 

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