di DARIO CIOFFI

C’è una piccola storia per tutti quando si dà l’addio a un grande personaggio. Giuseppe Gazzoni Frascara lo è stato, per il calcio e per il suo Bologna, guidato per oltre vent’anni (dal 1993 al 2005) anche se negli ultimi quattro non rivestiva la carica di presidente. È morto ieri, 84enne, dopo una lunga malattia, e l’Italia del pallone ne ha giustamente riconosciuto trascorsi e blasone, ricordandolo come il patron che vestì di rossoblu il “divin codino” Roby Baggio, e campioni come Beppe Signori e Gianluca Pagliuca. Poi c’è la (micro)storia nella storia, una delle tante, che accosta il nome di Gazzoni Frascara alla Salernitana che nella primavera del 1997 rischiava di finire in serie C, e invece si salvò allo sprint, con un colpo di reni sulla linea del traguardo.

A tirarle un po’ la volata, mica solo metaforicamente, fu proprio l’allora patron del Bologna. Accadde un giorno di maggio (di 23 anni fa, appunto), periodo rovente per i granata di Franco Varrella, commissario d’emergenza chiamato, dopo l’esonero di Franco Colomba, a chiudere alla meno peggio la stagione dei 14mila abbonati, cominciata con le bandiere arancioni che sventolavano in Curva Sud, mentre in una notte d’agosto la Salernitana batteva la Lazio in un test match d’illusioni, e poi continuata tra mille affanni, timori e tremori. C’era da salvare la serie B, al tramonto d’un campionato che aveva bocciato il primo mercato post sentenza Bosman del patron Nello Aliberti, eccezion fatta per uno dei quattro acquisti stranieri, il compianto Phil Masinga (scomparso a gennaio 2019). Il sudafricano rischiava d’esser l’assente illustre nello scontro salvezza della terzultima giornata, all’Arechi contro il Castel di Sangro, perché appena due giorni prima avrebbe dovuto rispondere alla convocazione della sua Nazionale per una sfida a Londra, contro l’Inghilterra. Per scongiurare il “pericolo”, il presidente Aliberti chiamò il collega Gazzoni Frascara: sapeva che il numero uno del Bologna aveva un aereo di proprietà, glielo chiese “in prestito” per fare in modo che Masinga tornasse in tempo per la partita. Partirono l’amministratore del club, Michele Aliberti, e l’avvocato Giovanni Del Grosso: videro la gara a Wembley e convinsero Phil al rientro lampo. Il resto è noto: 30mila tifosi all’Arechi, Masinga-gol all’88’, Salernitana-Castel di Sangro 1-0 e serie B blindata (anche) grazie a quel “volo” d’un presidente del “vecchio calcio” che non c’è più. Piccole storie da grandi personaggi…

(dal quotidiano “La Città” del 25/04/2020)

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