di DARIO CIOFFI
«Leggo di gente che si lamenta e urla frasi del tipo: “Lotito fa il padrone del calcio”. A me vien da pensare: meno male che c’è lui a dettare una linea e a fare gli interessi di questo settore che rischia d’implodere». Gian Michele Gentile sa d’essere di parte ma assicura che parlerebbe così anche se non fosse l’avvocato di Claudio Lotito. Lo è da sempre, onnipresente e fondamentale nella (ristretta) cerchia dei fedelissimi e fidatissimi uomini del multi-presidente. E infatti è diventato, ormai da quasi un decennio, anche il legale della Salernitana, in un’avventura vissuta sin dal primo giorno e non soltanto per modo di dire, perché era al tavolo del Salone dei Marmi, a Palazzo di Città, quella mattina di luglio 2011 quando il “magno” Claudio si presentava da co-patron dell’allora Salerno Calcio assieme al socio e cognato Marco Mezzaroma.
All’epoca la società nasceva in serie D, oggi la Salernitana è in B e per la prima volta dopo un lustro tra i cadetti pregustava i playoff. Poi è arrivato lo stop. Cosa accadrà adesso, avvocato?
È impossibile fare previsioni. Tutto può saltare, tutto può riprendere. Ovviamente il campionato di serie A ha dei tempi più stretti, a causa degli impegni internazionali d’alcune squadre. La B ha esigenze diverse e questo potrebbe agevolarla. Ma, ripeto, sono mere supposizioni.
Lei che idea s’è fatto?
Che noi avvocati lavoreremo molto (sorride, ndr). Dunque, si sta studiando per cercare la soluzione meno dannosa. Credo sia necessario l’intervento del Governo.
Perché tanti ostacoli?
Questo non lo so, ma il calcio oggi pare diventato un male assoluto, la cosa peggiore del mondo. E io non me lo spiego.
Si riferisce alle parole del ministro dello sport Spadafora?
Il ministro compone uno degli schieramenti. Ce ne sono diversi: la Lega, il Coni, le altre Federazioni, le tv esclusiviste, e chi più ne ha ne metta. Una grande confusione.
Qual è il modo per uscirne?
Ripartire. In sicurezza, ovviamente. Ma provare a concludere i campionati. Il presidente federale Gravina dice bene quando immagina una pioggia di ricorsi se i verdetti non dovessero essere espressione dei risultati del campo fino all’ultima giornata.
Pensa che la serie B possa “anticipare”, o allargare, playoff e playout?
È difficile parlare d’un “dopo” se non si sa questo “dopo” cos’è. Playoff e playout sono sicuramente una possibile soluzione, potrebbero addirittura rappresentare una ruota di scorta per il massimo campionato. Serie A e B sono strettamente correlate per il discorso retrocessioni-promozioni. Ma nel frattempo ci sono mille altri problemi da risolvere.
Per esempio gli stipendi.
Ecco, è uno dei più complessi. C’è la tutela del diritto del lavoro, non c’è la cassa integrazione e quindi il calciatore dice: “Io sono a casa pronto, sei tu che non mi fai allenare”, chiedendo d’esser pagato. Ma un club può spendere milioni di euro per calciatori che non giocano da mesi?
E poi c’è la data del 30 giugno che porterà i contratti a scadenza ma con la stagione ancora in corso, sempre ammesso che nel frattempo sia ripresa…
Sono convinto che i giocatori, che hanno dimostrato d’avere la testa sulle spalle, non saranno un problema. Tra le società, però, come la mettiamo? Un calciatore è mio, sta per svincolarsi e ha già firmato con lei, com’è nelle sue possibilità: lei cosa dirà se io continuerò a schierarlo a luglio inoltrato?
Interessante. Però c’è di peggio. Si dice che in serie B siano un bel po’ i club, in caso di stop dei campionati, a rischio iscrizione. Le risulta?
Mi risulta che ce ne sia qualcuno anche in serie A, oltre che tra i cadetti. Sì, è chiaro, la B avrà molti problemi, anche in futuro. E in Lega Pro ce ne saranno ancora di più. Il calcio, purtroppo, non è solo Juventus, Lazio e Inter.
Ha detto quello che il ministro Spadafora ripete spesso rivolgendosi, neppure troppo indirettamente, a Lotito.
Lotito, e non parlo così perché sono il suo avvocato, è impegnato nella salvaguardia di questo sport, per dare un futuro all’intero sistema. Rivedete le cronache degli ultimi due mesi: pian piano, tutti si sono poi allineati alle sue idee. Anche i club che all’inizio lo criticavano. E sapete perché? Perché Lotito aveva ragione.
(dal quotidiano “La Città” del 29/04/2020)