di DARIO CIOFFI
Il derby che manca da oltre un decennio diventa un’improvvisata alleanza per la ripartenza. O almeno, per provare a riaprire i centri sportivi. Così, per caso, Napoli e Salernitana si ritrovano “unite” al tempo del Covid-19 per la ripresa degli allenamenti dei propri calciatori, anche se solo in forma individuale, che il Governo nazionale fin qui ha negato a tutti gli sport di squadra (accendendo il semaforo verde solo ad atleti d’interesse federale per le discipline individuali e indicati dal Coni). Il club granata, in verità, prova ad approfittarne infilandosi nel “buco” aperto dalla società partenopea in Regione Campania. Abituato a “inasprire” le misure di Palazzo Chigi, stavolta il governatore Vincenzo De Luca ha fatto un’eccezione, varando un alleggerimento. O meglio, un totale ribaltone. L’aveva già detto nella diretta social del venerdì: «Ho ricevuto dal presidente Aurelio De Laurentiis una richiesta per poter fare gli allenamenti su tre campi di calcio disponibili a Castel Volturno, avendo un distanziamento degli atleti di 20 metri, per fasce orarie, senza uso comune delle docce, con trasporto individuale di ognuno di loro. A me pare ci siano tutte le condizioni per consentirlo». Meno di 24 ore dopo è arrivato l’annuncio che l’unità di crisi della Campania ha «dato parere favorevole allo svolgimento degli allenamenti del Napoli purché vengano garantite pienamente tutte le esigenza di tutela sanitaria», e che la Regione «per correttezza di rapporti, ha inteso inviare preventivamente al Governo questa valutazione, sollecitando ad horas la condivisione, per poter consentire la ripresa dell’attività già da lunedì».
Un’accelerazione improvvisa rispetto alla quale però il Dicastero dello Sport, retto dal ministro Vincenzo Spadafora, campano e – per mera coincidenza – anche dichiaratamente tifoso del Napoli, non s’è fatto trovare spiazzato: «Il presidente De Luca ha comunicato al Governo il suo parere favorevole alla ripresa degli allenamenti da lunedì, ma ha rimesso a livello centrale e al Comitato tecnico-scientifico la decisione finale, che arriverà in tempo utile», la versione ufficiale arrivata da Roma. Dunque, presumibilmente, risposta attesa nella giornata di oggi. A raccontarla tutta, sul tavolo c’è pure l’ok dato dal presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, a Bologna, Parma, Sassuolo e Spal, strada che potrebbe esser seguita pure per Roma e Lazio dal governatore Nicola Zingaretti (s’è espresso favorevolmente il suo vice Daniele Leodori), mentre per la Toscana ha invocato lo stesso provvedimento l’ex ministro dello sport Luca Lotti.
Insomma, c’è fermento. E c’è pressione. Il Governo ha passato la palla al Cts, che nel frattempo stava già discutendo con la Federcalcio per “correggere” il Protocollo medico bocciato in prima istanza, e nelle prossime ore potrebbe arrivare quel “sì” a cui, in Campania, ha aperto la strada la coppia De Luca-De Laurentiis. Un asse ormai consolidato già da diversi anni, quello tra l’ex sindaco di Salerno e il produttore cinematografico, in contrasto con il primo cittadino di Napoli, Luigi de Magistris. Un’intesa di ferro, che ha raggiunto il suo apice la scorsa estate, quando la Regione consegnò al club azzurro uno stadio San Paolo rimesso a nuovo con i fondi dell’Universiade 2019, proprio nei mesi in cui erano invece ai minimi storici i rapporti, per anni rimasti idilliaci e inattaccabili, tra De Luca (che li volle e li incoronò a Palazzo di Città nell’estate 2011) e i “rifondatori” del calcio salernitano, Claudio Lotito e Marco Mezzaroma.
Oggi, però, spingono (quasi) tutti in un’unica direzione. Un anomalo “gemellaggio regionale” senz’alcun campanilismo. E così le “cugine” di serie B son pronte a prendere la scia del Napoli, eccezion fatta per la Juve Stabia che ha già espresso scetticismo rispetto alla ripresa del campionato: s’è dichiarato «pronto a riprendere con le dovute precauzioni» il Benevento capolista del torneo cadetto, per voce – a Ottochannel – del tecnico Pippo Inzaghi che ha precisato come «la società ci ha messo a disposizione tre campi affinché tutto avvenga in sicurezza e nel pieno rispetto delle disposizioni». Potrebbe dividersi addirittura su cinque campi, invece, la Salernitana, a sua volta decisa a scaglionare il gruppo allenato da Gian Piero Ventura tra i tre rettangoli di gioco del centro sportivo “di bandiera”, il Mary Rosy di Pontecagnano Faiano, il sintetico del Volpe ch’è direttamente gestito dal club granata e all’occorrenza anche lo stadio Arechi. «Se c’è l’ok delle autorità noi siamo pronti a ricominciare. Con le stesse precauzioni già a metà marzo, in gruppi da tre calciatori, in orari diversi e senz’alcun rischio assembramento, avevamo organizzato gli allenamenti della squadra. Un mese e mezzo dopo ora tutti sono pronti a ripartire così», parole del direttore sportivo Angelo Fabiani.
Insomma, se dal Comitato tecnico-scientifico del Governo centrale arrivasse la conferma del via libera dato dalla Regione al Napoli, ecco che pure la Salernitana potrebbe tornare già all’inizio della prossima settimana a svolgere un lavoro atletico, che dovrebbe essere anche monitorato dal punto di vista medico, sottoponendo ai tamponi tutte le persone direttamente coinvolte in questa prima fase di ripresa degli allenamenti. Che, va specificato, non sarebbe direttamente connessa al Protocollo (ri)discusso sul tavolo di Figc e Cts, né verrebbe in alcun modo considerato vincolante per la ripartenza dei campionati (di serie A e B, gli unici rimasti in ballo, perché dalla C ai dilettanti si attende solo l’ufficialità del blocco definitivo).
È uno spiraglio che oggi dà poco, sul piano sportivo, se non aggiungere confusione rispetto alle “competenze” tra Regioni e Governo in materia d’allenamenti, un gioco di valutazioni differenti e distinzioni sostanziali. Per intendersi, ai calciatori, adesso, è toccato il destino delle pizze…
(dal quotidiano “La Città” del giorno 03/05/2020)