Da vice di Arturo Di Napoli a scaffalista. La singolare storia di Gerardo Masini, attaccante di origine argentina transitato anche per la Salernitana nell’annata del ritorno in serie B firmato specialmente dalle prodezze di Re Artù. Un solo gol in quattordici presenze, prima di iniziare a girare l’Italia calcistica vestendo tra le altre le maglie di Latina, Teramo e Rimini. E che ora, in tempi di emergenza sanitaria, con i campionati fermi, l’attaccante in forza all’Avezzano, girone F di serie D, è stato “assunto” insieme ad altri due compagni di squadra con tanto di contratto a tempo determinato dal suo presidente, Gianni Paris, in una delle attività commerciali che gestisce nella cittadina nell’Abruzzese.
Innanzitutto come è nata l’idea?
Ci siamo ritrovati da un giorno all’altro senza la possibilità di poter fare il nostro lavoro, ed è così che il presidente ha offerto questa possibilità a me e ad altri due compagni che non sono riusciti a tornare a casa. Anche a lui serviva una mano in questo supermercato del quale ha rilevato da poco la gestione e ci siamo venuti incontro.
Com’è lavorare in un supermercato?
Beh, siamo qui, senza problemi pensiamo solo a quello che c’è da fare. Non avendo entrate in questo momento è stata un’occasione per guadagnare qualcosa, e aiutare soprattutto le nostre famiglie, visto che parliamo di serie D e non di campioni del calcio internazionale. Cerchiamo di essere cordiali con tutte le persone che vengono, specialmente con qualche tifoso che ci ha riconosciuto e che viene di proposito a fare la spesa qui…
Con quale spirito si è appropriato a questo nuovo incarico?
E’ un’esperienza nuova, diciamo che è tutto diverso rispetto alla vita da calciatore. Si hanno altri orari, altri compiti, ma c’è sempre il lavoro di squadra alla base. E’ un concetto che va oltre il calcio, oltre lo sport, che si può applicare nella vita di tutti i giorni, specie in questo periodo. Si deve fare gruppo, è fondamentale, soprattutto ora che la nostra salute dipende dalla vita degli altri. Dobbiamo aiutarci a vicenda…
Le capita di ripensare all’esperienza a Salerno?
Certo, capita spesso, è la squadra più importante nella quale ho giocato, ma anche la piazza più prestigiosa. Lo stadio, la gente, ricordi che fanno sempre piacere, anche se eravamo in serie C sembrava di stare in altre categorie.
Qual è il ricordo più bello legato alla Salernitana?
Sicuramente l’esordio con gol contro l’Arezzo. Dopo le prime due giornate in panchina, si fece male Emanuele Ferraro e il mister Agostinelli mi fece esordire, ebbi la fortuna di segnare sotto la curva, ricordo bellissimo. Purtroppo ne potevo fare anche altri, qualcuno l’ho sbagliato, ma resta il piacere di aver giocato in una squadra così forte, con calciatori che avevano esperienze importanti in serie A, come Di Napoli, Milanese, su tutti. E soprattutto di aver vinto e aver vissuto la promozione in serie B.
Un presente da scaffalista, nel futuro invece cosa vede?
Spero solo che si faccia chiarezza il prima possibile. Non so se resterò qui ad Avezzano, perché nessuno sa ancora che succederà e per capire il futuro ci vorrà dell’altro tempo. Credo comunque che sia molto difficile che nella nostra categoria si possa verificare un rientro in campo.
(publicato sul quotidiano La Città del 13/05/2020)
s.m.