di DARIO CIOFFI

Si faceva a gara, qualche mese fa, a invocare una svolta, affinché lo sport camminasse da sé. E mentre in Campania si usciva due ore al giorno, eccezion fatta per i fortunati che avevano il cane da portare a spasso e per i fumatori che potevano far rifornimento di sigarette, la Regione si attivava per riaprire il centro sportivo di Castel Volturno così da far allenare il Napoli. Fu una delle prime “concessioni” annunciate dal governatore Vincenzo De Luca nei monologhi del venerdì: «Il presidente De Laurentiis farà il tampone a tutti, hanno molti campi, possono rispettare il distanziamento ».

Così, prima che un paziente cronista del Corsera spiasse una seduta della Lazio a Formello, svelando che si usava il pallone e si facevano pure le partitelle a ranghi misti, abbiamo creduto che i calciatori si allenassero senza sfiorarsi, correndo da soli e con la mascherina accanto alla borraccia. Erano i giorni del “ripartire o morire”, del conto dei danni (milionari) se i campionati non fossero stati conclusi (fa nulla se nel deserto di stadi spettrali), della – legittima – rivendicazione del valore sociale che lo sport nazional- popolare avrebbe potuto avere nella ripresa d’un Paese distrutto dal Covid.

Ora il virus fa di nuovo paura, ove mai avesse smesso, e il calcio sembra esser tornato indietro nell’interrogarsi su regole che in fondo s’è dato da solo. Sì, perché ora il Governo che pareva – o forse era – “nemico” della ripartenza dice d’andare avanti, e invece il big match di serie A, Juventus-Napoli, non si gioca perché l’Asl partenopea ha imposto agli azzurri di non partire, visto che avevano due positivi in squadra. Nella stessa regione, la Campania, nella medesima settimana un infetto l’ha avuto pure la Salernitana, che invece a Verona ci è andata e ha giocato come impone il Protocollo che proprio pochi giorni prima era stato aggiornato, e adeguato alle disposizioni internazionali (per Uefa e Fifa finché hai 13 giocatori negativi, dunque arruolabili, non esiste rinvio). Qualcuno l’ha fatta grossa: se le autorità sanitarie, fermando il Napoli, o la Juventus, presentandosi allo Stadium per vincere a tavolino, questo lo dirà il tempo. Resta la figuraccia del calcio all’ora del grande evento domenicale. Né CR7 né Mertens. Né Pirlo né Gattuso. In prima serata va in onda solo una grande farsa. E si spera un pizzico d’imbarazzo. Di sicuro un bel po’ di vergogna.

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(pubblicato sul quotidiano “La Città” del 05/10/2020)

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