di EDOARDO CIOFFI

L’emergenza sanitaria Covid-19 continua ad espandersi e a produrre effetti devastanti in tutto il mondo.
Nel nostro Paese, dove la pandemia ha messo a dura prova il Sistema Sanitario Nazionale, il virus SARS-CoV-2 continua a “correre” , senza risparmiare alcuna zona dello Stivale. Da Nord a Sud, si è assistito ad un progressivo aumento dei contagi, a fronte di un numero altrettanto elevato di tamponi effettuati.
Ma che differenza c’è tra i vari test impiegati per rilevare il virus responsabile di Covid-19?
Attualmente, sono disponibili diversi test per l’infezione da SARS-CoV-2. Il più affidabile per la diagnosi, è sicuramente il test molecolare, che viene eseguito su un campione delle vie respiratorie prelevato attraverso il cosiddetto tampone. Il “tampone molecolare”, come viene comunemente chiamato per differenziarlo da “quello antigenico”, resta ad oggi il test più attendibile per rilevare la positività al coronavirus responsabile di Covid-19.

IN COSA CONSISTE IL TEST MOLECOLARE?
Il tampone naso/oro-faringeo è un esame che consiste nel prelievo del muco che riveste le cellule superficiali della mucosa del rinofaringe (la parte superiore del canale della faringe) e dell’orofaringe (la parte della faringe posta dietro al cavo orale). Il prelievo viene effettuato in pochi secondi con un bastoncino cotonato, è minimamente invasivo e non è doloroso, sebbene il paziente possa avvertire una sensazione di fastidio quando s’introduce il bastoncino all’interno del naso o nel cavo orale.
Il campione prelevato viene esaminato in laboratorio dove si procede all’estrazione, alla purificazione e alla ricerca dell’RNA virale (il genoma del virus SARS-CoV-2, in questo caso) attraverso la metodica molecolare di Real-Time RT-PCR (Reverse Transcription-Polymerase Chain Reaction). L’analisi in laboratorio consente di individuare la presenza del virus SARS-CoV-2 nel materiale prelevato con il tampone e di confermare o escludere una diagnosi di infezione. I tempi per avere l’esito s’aggirano intorno alle 24-48 ore.

IN COSA CONSISTE IL TEST RAPIDO ANTIGENICO?
I test rapidi antigenici ricercano le proteine superficiali del virus (antigeni). Questa è la sostanziale differenza con il test molecolare, che invece va a cercare specificamente il genoma virale.
Il campione per il test antigenico, che viene raccolto allo stesso modo di quello per il test molecolare, ovvero attraverso un tampone naso-faringeo, viene poi analizzato immediatamente. I tempi di risposta nel test rapido antigenico, infatti, sono molto più brevi, aggirandosi intorno ai 15-20 minuti. Superato questo tempo, l’esito non va più preso in considerazione, in quanto potrebbe risultare inattendibile. La sensibilità e la specificità del test rapido sembrano inferiori rispetto a quelle del test molecolare, pertanto chi risulta positivo al test rapido dovrebbe comunque sottoporsi poi al test molecolare per veder confermata la diagnosi di infezione ed escludere si sia trattato di un cosiddetto “falso-positivo”. Il test rapido si è rivelato utile in alcuni contesti, perché comunque accelera la diagnosi di casi sospetti di Covid-19, semplificando l’isolamento ed il tracciamento dei contatti.

CHE COSA SONO I TEST SIEROLOGICI?
I test sierologici si basano sull’analisi del sangue del paziente. Possono essere rapidi (qualitativi) oppure quantitativi, a seconda di quanto sangue si “preleva”. Nei test rapidi, si utilizza un pungidito ed è sufficiente “prendere” una goccia di sangue per effettuare il test, mentre per quelli quantitativi occorre un prelievo venoso. I test sierologici qualitativi rapidi permettono di scoprire se il soggetto è entrato in contatto con il virus e il suo sistema immunitario ha pertanto prodotto degli anticorpi di risposta. I test sierologici quantitativi, invece, consentono un dosaggio specifico degli anticorpi prodotti. Gli anticorpi coinvolti sono le immunoglobuline IgM (le prime a essere prodotte in caso di infezione, “spia” di infezione in corso o comunque recente) e le IgG (che compaiono dopo le IgM, quando il livello delle prime scende). Se nel campione di sangue vengono rilevate le IgG significa che l’infezione è avvenuta in passato ed il paziente è guarito. Studi contrastanti, comunque, non hanno ancora chiarito la situazione sull’immunità, aumentando i punti interrogativi su questa patologia causata da un virus subdolo. Ciò che si può affermare con certezza, invece, è che i test sierologici non possono in alcun modo sostituire l’esecuzione del tampone (per il test molecolare) in ambito diagnostico. L’utilità dei sierologici, infatti, è soltanto ai fini epidemiologici, per stimare la diffusione dell’infezione all’interno di una comunità, mentre l’unico test oggi utilizzato per la diagnosi di Covid-19 resta quello molecolare.

(focus pubblicato sulla pagina Fb “I giovani medici salernitani”)

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