Un giorno storico, per una sfida epocale in difesa dell’Editoria, quella con l’iniziale maiuscola. Una battaglia trasversale. Senza colori. Solo per il Paese e per migliaia di lavoratori d’un settore che vive una crisi profonda, resa ancora più grave dalla pandemia.
Una firma, la prima, è di Forza Italia. Un’altra di Fratelli d’Italia. Poi c’è la Lega. E ancora, il Partito Democratico. Ma pure Italia Viva. Infine, il Movimento 5 Stelle. Un documento congiunto, siglato dai deputati di sei diversi partiti che neppure il Governo Draghi al tempo del Covid, a ben pensarci, ha messo insieme così. Ci è riuscito, invece, il parlamentare salernitano Gigi Casciello, esponente di Forza Italia, componente della Commissione Cultura alla Camera e tra i fondatori dell’Associazione Voce Libera guidata dal ministro per il Sud e la coesione territoriale, Mara Carfagna. L’ex Direttore – tra gli altri – dei quotidiani campani “Il Roma”, “Il Mezzogiorno” e “Il Salernitano”, da giornalista di lungo corso, s’è fatto promotore di un appello al sottosegretario all’Editoria, Giuseppe Moles, “affinché – si legge nel documento presentato – recepisca le indicazioni del Parlamento, già approvate all’unanimità nella risoluzione della Commissione Cultura del maggio 2020 e salvaguardi migliaia di posti di lavoro, aziende e il diritto dei cittadini a informarsi liberamente”.
Nel dettaglio, Gigi Casciello (Forza Italia), Federico Mollicone (Fratelli d’Italia), Daniele Belotti (Lega Flavia), Gabriele Toccafondi (Italia Viva), Gianluca Vacca (Movimento 5 Stelle), Flavia Piccoli Nardelli e Paolo Lattanzio (Partito Democratico) chiedono “di veder inseriti nel prossimo Dl Sostegno e nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza misure quanto mai necessarie per dare respiro ad un settore che ha perso nel solo 2020 più di 600 milioni di euro”.
Tra i punti più importanti: “Prevedere un credito di imposta per la distribuzione per garantire un sostegno alla tiratura e alla capillarità della diffusione della stampa in tutta Italia. Un’agevolazione Iva al fine di prevedere, anche nel 2021, l’applicazione dell’imposta sul commercio di quotidiani e di periodici secondo il medesimo regime applicato nel 2020, in relazione al numero di copie consegnate spedite. Il sostegno a nuove iniziative editoriali”.
E poi, nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, “è necessario inserire una componente specifica relativa al progetto Editoria 5.0 per il pluralismo e la qualità dell’informazione, contrastando la chiusura di molte imprese editoriali e il rischio di desertificazione del panorama dell’informazione, specificando in particolare linee di intervento per l’istituzione di un Fondo straordinario per interventi a sostegno dell’innovazione dell’editoria, per favorire l’assunzione di giornalisti e il ricambio generazionale, per il sostegno alla domanda con incentivi agli abbonamenti, per l’informatizzazione delle edicole, per la consegna a domicilio dei giornali”.
È la grande sfida per salvare l’Editoria di qualità, quella fatta di professionisti e professionalità, di passione e responsabilità. Un’occasione “epocale”. Casciello l’ha lanciata, e non è un caso che tutte le forze politiche l’abbiano fatta propria. Perché, a dirla con il giornalista e deputato salernitano che l’ha promossa, “l’Editoria è cultura, è informazione, è diffusione di idee”. Che non può esser abbandonata al suo destino, al tempo del Covid.

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