L’epilogo più scontato di una settimana surreale per la Salernitana, ancora aggrappata a un campionato da cui potrebbe essere esclusa a metà del cammino, è l’ormai “solita” sconfitta, la 14esima su 18 partite, con 42 gol subiti e 11 fatti, un autentico naufragio. Prevedibile come il pandoro a Natale, il ko per 0-5 contro l’Inter campione d’Italia e prima della classe non fa altro che allungare l’agonia di una stagione da incubo. Mortificante.
Nei cori delle due Curve c’è tutto lo stato dell’arte: “Salutate la capolista”, canta la Nord nerazzurra; “liberate la Salernitana”, urla la Sud granata che quasi ignora la partita per contestare la società ancora in sella, visto che a dispetto della scadenza del Trust – il 31 dicembre – il club non è stato ancora venduto e ora spera in una proroga per arrivare in fondo a questa serie A. Se accadrà o meno lo si saprà martedì, giorno del Consiglio Federale, il “come” però è il vero problema di Salerno: la squadra di Stefano Colantuono, cui non ha mai fatto difetto la buona volontà, è un pugile suonato che ogni volta che sale sul ring ne prende sempre di più, non sta in piedi, dà quasi la sensazione di averne abbastanza di partecipare al match. E ovviamente contro la corazzata di Simone Inzaghi non c’è storia. Non può esserci. Per l’enorme divario tecnico e perché la Salernitana fa ormai infinita tenerezza.
L’Inter cala il pokerissimo. All’11’, su corner di Calhanoglu da destra, apre Perisic che beatamente solo colpisce di testa e batte Fiorillo (che sostituiva tra i pali Belec). Il raddoppio arriva al 35’: Brozovic fa viaggiare Dzeko, cross basso per Dumfries che brucia Ranieri e con una sassata fulmina il portiere dell’ippocampo. I granata, che poco prima dello 0-2 avevano sfiorato il pari con Obi imbeccato da Ribery (sostituito nel finale tra gli applausi dei tifosi), sono già al tappeto. Nella ripresa la sconfitta diventa imbarcata: gloria anche per Sanchez (52’), che chiude un contropiede portato avanti poi da Dzeko e Calhanoglu, e per i neo entrati Lautaro (78’) e Gagliardini (87’).
Finisce così quella che potrebbe essere l’ultima partita dei granata all’Arechi se martedì la Figc dovesse rifiutare la proroga chiesta dai Trustee e avallata dalla Lega A. Per il popolo di Salerno, provato da questa agonia, la ripartenza dagli inferi viene definito il male minore. Lo dice lo striscione che per 90 minuti è dedicato al presidente federale: “Gravina mantieni la promessa… Dilettanti, Promozione o campi di periferia, la Salernitana per noi non ha categoria”. Più chiaro di così…