di DARIO CIOFFI
Quarto sabato pomeriggio d’un ottobre che somiglia a un inizio settembre. Sul mio smartphone che scorre Diretta.it, dal settimo al nono posto, compaiono una sotto l’altra Juventus, Inter e Salernitana, in una classifica “falsa” – “per l’amor di Dio”, ché le altre di giù devono ancora giocare -, però che intanto si mostra agli occhi. Faccio uno screenshot, perché non si può mai sapere…
Oggi nel nostro stadio – quello col nome da principe ma che non è certo abituato alla nobiltà del pallone – una leggenda del calcio internazionale, nome e cognome Franck Ribéry, ha fatto l’ultimo giro d’onore d’una carriera da campione. Ha pianto sotto la nostra Curva. S’è sfilato dal campo con la nostra maglia.
Un’oretta dopo, un altro che qui ha già scritto qualcosa sulla pietra, nome e cognome Pasquale Mazzocchi, il primo calciatore con l’ippocampo sul petto a giocare in Nazionale italiana, ha dato un giro pazzesco colpendo al cuore lo Spezia. Un gol da tre punti.
Ora, io non è che non voglio partecipare al dibattito, su Nicola, sul DS, sul portiere, sul centrocampo, sulla difesa e sull’attacco (in ordine sparso e confuso). Anzi, so pure che il calcio esisterà ancora finché continueremo a dibattere e litigare, mandandoci a quel paese pur d’aver ragione. E però c’ho poche righe, ché sennò quei “pisciatoni” soliti su Instragram non ci entrano e invece voglio che ‘sto post vada anche lì: così, mi viene prioritariamente da far notare che all’Arechi, a Salerno, siamo dentro la Storia.
Chi vuole può godersela. Chi “non gli basta”, è legittimo, però basta che se ne renda conta!
(foto US Salernitana 1919)