di DARIO CIOFFI

Chi è senza peccato si sfili da questa lotta che attende la Salernitana.
Faccia conto che non gli appartiene. Questa è una bagarre per peccatori che non si pentono ma almeno si confessano. Ché se ce la raccontiamo nuda, cruda e vera capiamo che c’è ancora modo di salvarsi e poi dirsi arrivederci, magari senza troppi sorrisi.

Facciamolo pure brevemente, diceva Biscardi, così non ci mettiamo a filosofeggiare sulle virgole.
Partiamo da una sana autocritica di popolo. Noi, Salerno, che di domenica alle tre, giorno e orario dei romantici, contro la Lazio, no la Lupa Roma (massimo rispetto, ci fece pure soffrire), facciamo il minimo di presenze stagionali nel nostro stadio, pare – scusate se non sto troppo sul pezzo – anche con i prezzi ribassati, che saranno pure più alti della media ma corrispondono più o meno a quanto serve per un antipasto e un primo in un medio ristorante (per me che non c’ho “il vizio” del vino). Insomma, senza farla troppa pesante: dicevamo, “basta che non sia Lotito”, e “mai più Lazio-B”, e “…’a dignità” e “trottolinoamorosodududadadà“, e adesso siamo gli stessi della serie C “a vincere” contro la Lazio senza esser più “figlia di secondo letto”. Dai, Salerno! Solo chi c’è ha il diritto di lamentarsi. Invece la sproporzione mi pare evidente…
Ce lo siamo detti. Ok. Sottovoce aggiungiamo che in pochi si sta meglio, che la Curva canta di più e che a pranzo possiamo pure mangiarci il dolcino senza invecchiare nel traffico.

Questa è la “parte nostra”. Ce la prendiamo, consapevoli che possiamo aiutare a far gol, ma non segnarlo noi. E allora ci aggrappiamo a questo gruppo, somma algebrica pure di qualche nome importante e però che tutto sembra tranne che la squadra dei sogni. Per settimane perdevamo le partite già guardando i nostri in faccia, oggi abbiamo (ri)visto lottare su qualche pallone vagante, cenno di vitalità che già ci (ri)anima nonostante la sconfitta, parsa inevitabile dopo aver subito il primo gol (l’avete già letta questa, eh…).

Gli errori e le lacune strutturali di questa Salernitana, oggi, sono fatti più che opinioni, però siccome c’è ancora tempo per arrangiarsi, portando a casa il risultato che serve, e che conta più d’ogni altra cosa, non ci fossilizzeremo sui dettagli. Alla squadra, al tecnico che ora la guida, alla società che l’ha scelta e deve tutelarla, chiediamo d’andare oltre il limite attuale, ch’è evidentemente insufficiente. Non si può crollare al primo schiaffo. Non si può cedere all’impotenza della frustrazione (lasciate che sia il tifoso a fischiare di “collera”, i professionisti restino lucidi). Non si può gettare a mare un’occasione storica.

C’è da salvare la pelle e la categoria.
Camminerò insieme a te“, era il coro di oggi. Si accodi solo chi se la sente, ché non sarà una passeggiata.

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