di DARIO CIOFFI

I dadi del destino sembravano saper abbastanza bene dove cadere.

Tra tanti stadi, per (ri)cominciare, hanno scelto quello che forse – o senza forse – ci piace di più.
Lo stadio delle prime “ispirazioni”.
Lo stadio del ricordo di Ago contro la Lodigiani.
Lo stadio dei 10mila cartoncini dopo quel piedone di Song.
Lo stadio dove due anni fa arrivammo per tutti da già retrocessi, e invece sì ch’eravamo ancora vivi, dentro quel 7% che si specchiava negli occhi e nella sassata di Radovanovic, manovalanza rimasta nel cuore.
Lo stadio in cui tornammo pochi mesi fa già salvi, felici e però ancora “affamati”, a mordere con Candreva e Dia, a strillare “Avanti Bersagliera” che ogni volta usciva più forte della volta prima.
Lo stadio che segnerà il nuovo inizio di un’avventura di popolo, prima che d’una squadra che lo rappresenta.

Potevamo partire ovunque. Lo faremo (proprio) nella Capitale. Non ci sarà posto per tutti. Ché un Olimpico solo non basta manco alla metà di romanisti e salernitani che vorranno o vorrebbero esserci.

Buttate fuori data e ora, ché capiamo se e come, prima o dopo, ci mettiamo di mezzo un bagno al mare. Durante, già sapete, lasciateci perdere.

I giorni che mancano scorreranno lenti, eppure passeranno. Ne manca già uno in meno…

Buon viaggio, vecchio cuore granata!

(foto Pecoraro / US Salernitana 1919)

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