di DARIO CIOFFI
La vita ricomincia 366 giorni dopo l’ultima “scena” su una pedana ch’era dall’altra parte del mondo. È una vita nuova. Splendidamente diversa. Meravigliosamente stravolta. Immensamente arricchita. E però a cui adesso è stato (pure) restituito un fondamentale tassello che da un anno mancava.
La nuova vita di mamma Ary (ri)comincia in una domenica milanese, la penultima di luglio. Sempre luglio, col bene che ti voglio: il 22 di questo stesso mese, nel 2022, Arianna Errigo, già argento individuale tre giorni prima, vinse con le sue compagne l’oro a squadre al Mondiale del Cairo, e oggi – un anno, un giorno e due gemellini dopo – ritorna in pedana ancora al Mondiale, il “suo” Mondiale, Milano 2023, quello “a venti minuti da casa”. Lo fa ripartendo dai gironi. Più che un’anomalia, una novità assoluta per una super-campionessa come lei. Un po’ come vedere il Real Madrid giocare il preliminare di Champions la settimana di Ferragosto. Ma chissenefrega. Sull’altare della gioia più bella che la vita possa regalare, diventar mamma, si sacrifica col sorriso anche un posto tra le “top 16” del ranking mondiale e il diritto d’arrivare in carrozza già al tabellone principale. Ché mettersi in discussione, per Ary, non è mai stato un problema.
E allora avanti: alle 9.08 del mattino, nel terzo match d’un girone con pubblico già da “assalti che contano”, tocca a lei. Prima avversaria è l’uzbeka Ilyosova, probabile che Ary non la conoscesse, possibile che non la dimenticherà. “En garde, prets, allez”. Dov’è ch’eravamo rimasti? È un filo del tempo che si riannoda in un attimo, e c’entra nulla la consumata citazione mitologica evocata dal nome di Arianna. Ritorno al futuro per godersi un presente mai così intenso da vivere.
Giù, in guardia, a macinare stoccate. Un attacco (1-0), una parata e risposta (2-0), poi una punta che esce fuori bersaglio concedendo il contrattacco all’avversaria (2-1), e così che sul punto del 3-1 arriva pure la prima esultanza “discreta”, un pugno che si stringe, la forza che si fa (di nuovo) consapevolezza. Arianna è tornata davvero. Mette la quarta, poi la quinta, 5-1 e adesso sì che può partire (pure) il primo urlo della giornata. E della nuova vita.
Un’oretta e un po’, sei incontri e altrettante vittorie, la miseria di quattro stoccate subite, un “cinque alto” con il CT Stefano Cerioni e tutto il team azzurro alla fine di ogni match, poi la standing ovation del pubblico, una raffica di autografi e foto, un sorriso per ognuno (il primo è l’addetto della security: “Oh, ho controllato l’ordine in un momento importante! Me lo merito un selfie…”). Un quarto d’ora d’autentico affetto, che vale quanto l’en plein di successi, o forse di più.
Poi di corsa dai piccoli Stefano e Mirea, i gemellini arrivati a marzo a riempire di felicità la vita di Arianna e Luca Simoncelli. Sono con i nonni, dormono dolcemente, ché della “missione compiuta” di mamma è come se sapessero già: dopo essersi “allenati con lei” mentr’erano nel pancione, potevano aver mai dubbi?
Arianna entra da prima delle qualificate nel tabellone principale di mercoledì. Lì non sarà – per una volta – la super favorita. Neppure “una qualunque”, e ci mancherebbe, ma va da sé che esser numero 17 della gara le comporterà la certezza di trovar subito avversarie d’un certo spessore e valore. Ci penserà, di certo. E però, a leggere Errigo numero 17, chissà cosa penseranno le altre…