di DARIO CIOFFI

L’87 gioca con noi. Ha saputo che ‘sta storia dei big data non l’abbiamo ancora troppo digerita, e allora, siccome sa benissimo come si fa, ci prende sulle spalle. Da campione. Di forza. Di classe. Trascinando. Esagerando. E poi correndo a condividere la sua gioia “sotto il settore” ch’è la cosa che ci piace di più, persino più di controllo col destro e giro magico di sinistro (roba che in Holly & Benji sarebbe durata due puntate). Sapete, l’occhio vuole la sua parte, e però il cuore comanda sempre…

Nell’Olimpico che emoziona ricordando Mazzone, contro la Roma con Conti in panchina e Mourinho in tribuna, insomma in mezzo ai Miti se non ci avete fatto caso, la Salernitana da tutti per uno e Candreva per tutti ci gonfia il petto d’orgoglio. Le prende, le dà, sorpassa, ci crede, si fa riprendere e s’aggrappa a un punto che sa di platino ma ch’è niente rispetto alle emozioni che porta con sé. A uno stadio che vibra granata, al signore accanto a me che sente “No-tu-mamma-non-capisci…” che rimbomba forte e, guardando noi (guardando voi!), dice “ammazza…oh“. Eh sì, non ci hanno ammazzato due fallimenti, figurati che saranno due gol di Belotti.

Un pari alla prima. Quella che perdevamo sempre. Un sacco di cose da ricordare. E giusto due, sempre sommessamente, da suggerire.

Ai miei amici “scuornosi”, quelli che troppo facilmente “si vergognano” dei 15 convocati con la Ternana, delle (legittime) uscite di Sousa sul mercato, della panchina corta di oggi… È tutto vero ma vivete l’attimo! Ché se vi perdete questi, che ne sapete poi quando (e se) ci ricapitano…

E ai miei amici “nostalgici”, quelli che “ai tempi miei“… Aggiornate gli archivi! Perché 4mila salernitani a Roma una partitona così, 100 minuti senza tirare mai il fiato, l’hanno fatta e vissuta adesso, nel troppo bistrattato presente. Ai Tempi Nostri.

Stringiamo i pugni il giusto, visto che qualche diretta rivale ha già vinto, e si riparte. Verso l’obiettivo salvezza. Serviranno rinforzi, coraggio e Arechi pieno. Però facciamo che ci (ri)pensiamo da domani. Non adesso. Ché “questa notte ancora è nostra”… 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *